Operaio 31enne muore sepolto dalla ghiaia
Operaio 31enne muore sepolto dalla ghiaia. Grave infortunio sul lavoro alla cava Le Bandie di Spresiano, nel territorio del comune di Vollorba, in provincia di Treviso. Il tragico incidente si è verificato ieri, 16 gennaio 2023.
A morire un operaio di 31 anni, straniero, che lavorava per la ditta Mosole. Sul posto Spisal e Carabinieri. Secondo le prime sommarie informazioni, il 31enne sarebbe rimasto “agganciato” dal nastro trasportatore e sarebbe finito sotto un cumulo di ghiaia.
Sono stati gli stessi colleghi che lo hanno trovato, il corpo ormai esanime schiacciato sotto un pesante cumulo di ghiaia. È morto così Andrei Perepujniy, operaio moldavo di 31 anni, la prima vittima del 2023.
L’anno scorso erano state sette le morti bianche. Il giovane operaio è rimasto vittima di un tragico incidente sul lavoro avvenuto nel tardo pomeriggio di lunedì alla Cava Mosole, nel territorio del Comune di Villorba nel Trevigiano.
Le indagini
L’uomo, assunto nel dicembre del 2019, che lascia la moglie e una figlia piccola di soli tre anni, era residente a Susegana. Sul fatto farà ora luce la Procura della Repubblica di Treviso che ha aperto un fascicolo, per ora senza indagati, per omicidio colposo.
Secondo quanto emerso in questa fase Perepujniy era intento a lavorare al nastro trasportatore. Ad un certo punto l’uomo sarebbe stato perso di vista dai colleghi, stando a una prima ricostruzione sarebbe rimasto agganciato proprio al nastro.
Sul quale stava lavorando e poi è finito in un cumulo di ghiaia, rimanendo intrappolato. Il materiale lo avrebbe schiacciato, provocandone la morte quasi istantanea.
I soccorsi
Sono stati gli stessi addetti della Mosole a chiamare i primi soccorsi: sul posto è accorso il personale del Suem 118 di Treviso ma malgrado i sanitari si siano prodigati per il 31enne non c’è stato più nulla fare.
Oltre al personale medico, sono intervenuti anche i carabinieri di Treviso e gli ispettori dello Spisal che, nelle prossime ora, faranno pervenire all’autorità giudiziaria la relazione su quanto è accaduto.
Il sindaco: non si può morire di lavoro
“Non si può morire di lavoro a 31 anni, è il commento del sindaco di Villorba Francesco Soligo, quella che abbiamo davanti è una strage che non si ferma: 7 morti l’anno scorso e nel 2023 non si è ancora concluso un mese e già abbiamo la prima tragedia.
È una piaga che va stroncata una volta per tutte investendo tutte le risorse, materiali e morali, sull’educazione alla sicurezza nel posto di lavoro che rimane, va ribadito, l’unico modo valido per evitare queste morti assurde. Alla famiglia dello sfortunato lavoratore vanno le condoglianze mie personali e quelle di tutta la comunità villorbese“.
Alla Mosole da quattro anni
Andrei Perepujniy era arrivato nel nostro Paese nel novembre del 2019 e, dopo un mese, aveva trovato lavoro alla Mosole. In precedenza, aveva avuto una esperienza alla Lagmar Impex, impresa moldava impegnata nel settore delle costruzioni.
Poi, nel maggio di quattro anni fa, aveva trovato impiego per qualche mese come installatore idraulico a Laitila, presso un’azienda finlandese specializzata in prodotti avicoli dove è impiegata anche la sorella Valentina, che è un creator digitale.
Ma il suo sogno nel cassetto era venire in Italia così aveva trovato occupazione proprio nella Marca. L’ultima morte sul lavoro risale al 15 dicembre scorso quando Dritan Mecaj, operaio albanese di 43 anni, era morto asfissiato in una cisterna in acciaio all’interno dell’azienda vitivinicola Corvezzo Winery di Cessalto .