Padre uccide i due figli e si toglie la vita

Redazione
Padre uccide i due figli e si toglie la vita
Uccide la compagna e poi si toglie la vita

Padre uccide i due figli e si toglie la vita.  A Mesenzana , in provincia di Varese, un uomo di 45 anni ha ucciso i suoi due figli di 13 e 7 anni nella sua abitazione a Via Pezza per poi togliersi la vita. Dalle prime indagini risulta che la coppia si fosse appena separata. Questa mattina, la madre sarebbe andata a riprendere i due figli dal padre dove avevano passato la notte.

L’atroce scoperta della madre

La madre dei due ragazzini, poco prima delle 8 di questa mattina, avrebbe fatto l’atroce scoperta: sui cadaveri sarebbero state ritrovate ferite di arma da taglio. I due ragazzini frequentavano la scuola media di Mesenzana, paesino in provincia di Varese: la maggiore aveva 13 anni e frequentava la terza media, il più piccolo 7 e andava in seconda elementare.

Carabinieri sul posto

Sin dalle prime luci dell’alba sono sul posto i carabinieri della Compagnia di Luino e del reparto operativo di Varese che stanno provando a ricostruire la dinamica dei fatti. Sul luogo della tragedia sarebbe presente anche il sindaco Alberto Rossi.

Colpito dal cancello di casa: muore poliziotto

Tragico incidente a Quartu, città metropolitana di Cagliari. Un uomo è morto colpito dal cancello della sua abitazione, in via Petrarca.

Il fatto è accaduto ieri pomeriggio 23 marzo, sul posto vigili del fuoco, il 118, le pattuglie del commissariato e anche il medico legale. L’uomo si chiamava Stefano Tanzi, 65 anni, poliziotto in pensione.

Appena sceso dalla sua auto in cortile, si sarebbe avvicinato al cancello automatico ed è crollato a terra esanime, colpito alla testa dal manufatto in ferro che si stava chiudendo.

Maltrattamenti a non finire prima della tragedia di Tortolì: in aula l’aggressore di Paola Piras

L’aggressione a Paola Piras da parte dell’operaio pachistano Shaihd Masih, culminata nell’omicidio del figlio ventenne della donna di Tortolì, Mirko Farci non è un episodio isolato.

Per i ripetuti maltrattamenti che l’uomo avrebbe inflitto alla sua compagna, prodromi inequivocabili del terribile epilogo dello scorso maggio, Masih è comparso davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Lanusei, Giorgio Cannas, per la discussione del rito abbreviato.

Il pubblico ministero Giovanna Morra ha chiesto la condanna a 4 anni e 8 mesi . Per sapere se l’uomo verrà condannato bisogna attendere ancora. Il 3 maggio il giudice, nel corso della prossima udienza deciderà se accogliere la richiesta del difensore, l’avvocato cagliaritano Giovanni Lo Schiavo

E quindi ordinare la perizia sullo stato mentale dell’imputato oppure procedere con la sentenza. L’aggressore 30enne di Paola Piras è finito a processo con l’abbreviato per una lunga serie di vessazioni, ingiurie e umiliazioni culminate in un tentativo di strangolamento ai danni della sua compagna.

I capi di imputazione che la Procura ogliastrina contesta all’operaio riguardano un periodo che va dal novembre del 2019 sino al dicembre del 2020. Oltre un anno, nel corso del quale, Masih Shahid avrebbe isolato quella che allora era la sua convivente

Costringendola a rinunciare ai rapporti sociali, ricoprendola di pesantissimi insulti e minacciandola di morte in almeno due occasioni. Non solo, avrebbe infierito contro Paola Piras, con calci e pugni, arrivando il 15 dicembre del 2020, a stringerle le mani attorno al collo. Un episodio che aveva convinto la donna a sporgere denuncia ai carabinieri di Tortolì.