Pannarano saluta Daniele morto di lavoro
Un silenzio irreale: così si presentava Pannarano questa mattina.
Il piccolo centro caudino si è stretto intorno alla famiglia De Biase per dare l’ultimo saluto a Daniele, un ragazzo di appena 29 anni, morto di lavoro.
Fulminato da una scarica elettrica, mentre spostava una scala di alluminio sovrapposta per raggiungere i rami di ciliegi più alti, in un fondo di San Martino Valle Caudina.
La scala ha urtato i fili dell’alta tensione e per quel ragazzo, uscito di casa per guadagnare un pezzo di pane, non c’è stato niente da fare, è stato investito in pieno da una scarica elettrica.
Ai funerali, non c’era neanche un sindacalista, non si è visto nessun difensore dei diritti dei lavoratori. Del resto, Daniele non aveva diritti: Daniele, come i tanti braccianti del Sud, faceva parte di quelle persone da spremere sino all’osso, di cui nessuno si accorge mai. Le nuove disposizioni contro il capolarato chissà perchè in Valle Caudina ed il tutto il meridione sono sempre disattese.
Daniele meriterebbe una medaglia al valore, al coraggio, alla forza di essere giovani e non di arrendersi mai. E qui non si intende colpevolizzare chi gli ha dato lavoro, perchè anche lui è succube di un maledetto ingranaggio.
Ma certo non è una medaglia che gli può essere assegnata da tutti quelli che guardano da un’altra parte, da coloro che sproloquiano su i giornali, ma che nei campi non vedi mai. Un riconoscimento, sincero e commosso, gli è stato dato dalla gente di Pannarano, gente che conosce la fatica e sa cosa vuol dire per un giovane cercare lavoro.
Negozi, locali ed uffici chiusi: tutti hanno rispettato l’ordinanza del sindaco Fabio D’Alessio che ha proclamato il lutto cittadino un segnale concreto, in un oceano di indifferenza.
Ma, oltre al lutto cittadino, è stato quel silenzio la massima forma di rispetto.
Lo stesso silenzio che viene tributato agli eroi che cadono sul campo di battaglia, lo stesso che concedono gli stadi quanto muore uno sportivo o una personalità di rilievo nazionale. E Daniele era un eroe di questi tempi era una personalità di rilievo per la sua gente. Gli eroi non combattono solo in guerra, tanti nostri ragazzi come il 29enne di Pannarano, devono lottare ogni giorno per vedersi assicurare almeno un tozzo di pane.
Proprio per questo Daniele era una personalità di rilievo per la sua gente, per il suo paese. Pannarano ha pianto lacrime sincere per il suo ragazzo, morto nella guerra del lavoro. Nella chiesa di San Giovanni Battista non c’era posto e chi non è potuto entrare ha atteso sul sagrato, sempre nel più assoluto silenzio, Le parole del parroco don Michele Sbordone hanno tentato di alleviare il dolore di papà Nicola e dei fratelli Rino ed Alessio.
Ma è dura, è davvero molto dura per la famiglia De Biase, che qualche mese fa ha perso anche la mamma, portata via da una terribile malattia. La gente di Pannarano lo sa e rispetta quel dolore, come rispetta quel ragazzo, uscito di casa sabato mattina per andare a lavorare e tornato a Pannarano dopo quattro giorni in un cassa da morto. Questa cose avvengono in Valle Caudina nel giugno del 2016.
Peppino Vaccariello