Partenio, taglio del Tasso: un crimine odioso
C’era una volta nel sottobosco di una folta foresta di faggi, situata quasi sul crinale dei Monti del Partenio, un albero di tasso (Taxus baccata L., 1753), non molto alto e con arbusto frondoso.
Tutti i cittadini di Cervinara si vantavano che quella era uno dei tassi più longevi di tutti. Comunque, non c’è che dire, quell’albero, quello del quale sto raccontando, era proprio bello ed era lì da molti anni, ma nonostante l’età conservava la sua forza e faceva ancora il suo dovere: “faceva da cornice alla sorgente in pietra, sfondo naturale e selvaggio della fonte.
Durante la sua secolare vita, l’albero ha visto generazioni di visitatori rifocillarsi e scattargli fotografie, aveva accolto viandanti solitari affinché si riposassero del lungo cammino all’ombra dei suoi rami, aveva dato il benvenuto a raccoglitori di funghi, fragole e origano.
I suoi rami frondosi si protendevano possenti e avevano sempre ben tollerato il peso della neve nei rigidi inverni e le continue folate di vento.
Esso era il punto fermo nella faggeta a ridosso della sorgente.
Venne un giorno nel mese di luglio dell’anno 2015, nero come mai, in cui un “minus habens” iniziò a tagliare senza criterio i suoi rami.
Il vecchio “Nonno Tasso”, in quel maledetto giorno ha sentito i colpi d’accetta e il frastuono della motosega che per mano di insensibili zotici hanno ridisegnato e abbruttito le sue forme, attristendolo per la sorte che in vecchiaia gli è stata riservata.
L’albero serbava certamente il ricordo del tempo durante il quale era un piccolo arbusto e sapeva di essere stato fortunato, perché era nato esattamente al centro del bosco su una bella roccia da dove dominava l’ameno luogo, lontano dal centri antropizzato, distante da persone capaci di infierire su di lui.
Non sempre però gli uomini sono buoni con le ricchezze che la sorte assegna loro! Il “Saggio Nonno Tasso” andava tutelato come albero monumentale!
Perchè perfettamente inquadrabile nella definizione giuridica assegnata dall’articolo 7 della Legge 14 gennaio 2013 n. 10. “l’albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l’albero secolare tipico, che possono essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali”
In Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il Decreto interministeriale del 23 ottobre 2014 sugli alberi monumentali.
La nuova norma prevede che entro il 31 luglio 2015 i Comuni dovranno realizzare il censimento degli alberi monumentali presenti nel loro territorio; tali dati confluiranno quindi in un elenco nazionale. Entro il 31 dicembre 2015, le Regioni provvederanno a redigere gli elenchi sulla base delle proposte provenienti dai Comuni.
E’ stato un crimine dimenticarsi di questo e permettere una potatura per mano di un “minus habens”.
Cosa Ancora più grave se la potatura è stata eseguita da chi è istituzionalmente preposto alla salvaguardia del Parco. A tale ultimo riguardo mi chiedo:- Esiste un Nulla Osta Preventivo dell’agronomo dell’Ente Parco?
Eppure, Il territorio dell’intera area interessata dal Parco del Partenio è caratterizzato in massima parte da boschi e ampie parti dell’area protetta sono soggette, inoltre, a vincolo paesistico.
Oggi, tutto è permesso a chi presiede un territorio con compiti di protezione e salvaguardia.
Però, se gli attuali amministratori comunali fossero stati più attenti all’opportunità offerta dalla legge, mostrando quella sensibilità proprio degli amministratori di comunità montane, oggi noi avevamo ancora indenne l’albero di tasso, oppure potevamo agire contro l’artefice dello scempio, perchè la citata legge n.10/2013 che stabilisce che: “salvo che il fatto costituisca reato, per l’abbattimento o il danneggiamento di alberi monumentali si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 5.000 a euro 100.000”.
Inoltre, è applicabile l’articolo 635 del Codice penale che disciplina il reato di danneggiamento (pena dai sei mesi ai tre anni).
Una punizione esemplare impartita al colpevole poteva servire da esempio a futuri malintenzionati.
Purtroppo, per il taglio, scellerato e scomposto, praticato all’albero di tasso, oggi albero “mutilato artificiale”, nessuno pagherà e a noi non resta che sperare nella clemenza del tempo per rivedere il Nonno Tasso di nuovo vegoroso e frondoso.
Orazio Melisi