Pensionato trova un tesoro in buoni postali

Redazione
Pensionato trova un tesoro in buoni postali
Pensionato trova un tesoro in buoni postali

Pensionato trova un tesoro in buoni postali. Anziano ritrova in casa 8 buoni postali fruttiferi a lui intestati per un totale di 11 milioni di lire, emessi nel 1986. Poste Italiane li rivaluta in quasi 80mila euro ma i suoi legali sostengono che ne valgano almeno 200.

Calcolo al ribasso

Il protagonista di questa storia, come riporta Milano Today, è Vincenzo Bellanova, originario di Ceglie Massapico nel Brindisino ma residente a Sesto San Giovanni (Milano). L’uomo inizialmente non segue con la giusta attenzione il caso ma poi, però, alla fine decide di agire per la riscossione dei buoni postali. Poste italiane, dopo la richiesta di rimborso, avrebbe effettuato un calcolo “al ribasso” (ammontante a poco più di 78.750,00 mila euro).

In realtà – stando a quanto spiegato in un atto di citazione al tribunale civile di Roma firmato dal legale Valentina Biagioli – a un più attento esame della giurisprudenza di merito e delle recenti decisioni dell’Arbitrato Bancario Finanziario, è emerso che l’importo dovuto era praticamente più del doppio rispetto a  quello prospettato da Poste.

Iin quanto i tassi di interessi che devono essere applicati sono quelli stampati sul retro del buono e non quelli (notevolmente inferiori) che si sono succeduti nel corso degli anni (peraltro sempre più bassi a causa dell’inflazione sempre crescente).

Gli interessi sono stati calcolati male

Gli interessi maturano ogni bimestre e vengono incassati dal sottoscrittore solo quando si presenta all’ufficio postale per riscuotere il montante. Non è quindi equo anticipare l’applicazione dell’imposta, anche perché la ritenuta fiscale viene girata dalle Poste allo Stato solo quando il sottoscrittore presenta il Bfp all’incasso, stando all’approfondimento dei legali..

L’azione rispetta il requisito dell’omogeneità dei diritti in quanto Poste Italiane commetterebbe errori sistematici. La  stessa, infatti, calcola i rendimenti dovuti ai risparmiatori, di anno in anno, capitalizzandoli al netto della ritenuta fiscale, In questo modo, però, erode il montante per ciascun anno di maturazione del titolo, senza che a tale erosione del montante corrisponda un versamento su base annuale della ritenuta all’erario.

Il covid rallenta il procedimento

Per questo, insieme ad altri risparmiatori nella sua stessa situazione, Bellanova ha deciso di citare Poste italiane dianzi al Tribunale Civile di Roma. Poi il covid porta una serie di rinvii della causa che finalmente approderà all’udienza del 9 novembre 2021.

Intanto, però, controllate nei vostri cassetti. Potreste avere un tesoro senza saperlo. Vale la pena frugare a fondo e non lasciare nulla al caso.

( foto Milano Today)