Renzi apre la crisi di governo in piena pandemia
Renzi apre la crisi di governo in piena pandemia. Una conferenza stampa attesissima e slittata di 45 minuti, alla luce del ramoscello d’ulivo offerto dal premier Giuseppe Conte dopo essere salito al Quirinale. Matteo Renzi è con le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti che confermano le loro dimissioni insieme al sottosegretario Ivan Scalfarotto.
La mossa del presidente del Consiglio di oggi è di segno opposto rispetto a quanto accaduto ieri: «Si va avanti solo con tutte le forze di maggioranza e con un governo solido», dice Conte. Ma non è bastato a fermare le dimissioni dei renziani nel governo.
Pandemia e democrazia
«Se proprio durante la pandemia non si rispettano le regole fondamentali della democrazia è un problema», affonda Renzi. «La democrazia non è un reality show o una story su Instagram». Il re è nudo. Risolviamo i problemi. Pensare di risolvere con un tweet, post o su instagram è populismo.
La politica richiede il rispetto delle liturgie della democrazia. Poiché c’è la pandemia occorre rispettare le regole democratiche», attacca ancora Renzi. «Non giochiamo con le istituzioni, la democrazia non è un reality show dove si fanno le veline. Questo prevede la nostra costituzione che non è una storia su instagram».
Dimissioni
«Se serve dimettersi per affrontare la verità noi non abbiamo paura. Pensiamo si debbano affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario Scalfarotto hanno scritto a Conte. Il primo è di metodo. Abbiamo fatto nascere questo governo contro il senatore Salvini che chiedeva i pieni poteri.
Abbiamo combattuto accettando l’accordo con il Movimento 5 Stelle.. I pieni poteri non li vogliamo dare a nessuno . Il secondo punto è il merito. C’è una drammatica emergenza da affrontare ma non può essere l’unico elemento che tiene in vita il governo», aggiunge Renzi.
E poi c’è la questione Mes: «Siamo in emergenza, vanno trovati più soldi, non meno, per la sanità». «La crisi politica non è aperta da Italia Viva, è aperta da mesi», prosegue il senatore. «Nell’affermare fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica e nel ruolo istituzionale che ricopre, pensiamo che si debbano affrontare tre punti cardine».