Rotondi: non si scherza con l’acqua
Ospitiamo un intervento di Lucio Coscia su disastri ambientali e Protezione civile
“L’acqua è natura. L’acqua è vita. L’acqua è nostra amica, e, come gli amici va rispettata. Tradire l’acqua è tradire noi stessi. Il tradimento può generare morte e disastri.Ogni qualvolta, sempre più spesso negli ultimi anni, si ripete ciò che è avvenuto nei giorni scorsi a Livorno, la mia mente va immediatamente al ricordo della tragedia di Cervinara del dicembre 1999, disastro e 5 morti alla frazione Castello. Gli elementi di discussione che entrano in gioco al ripetersi di questi eventi, derivanti da alluvione e dissesto idrogeologico sono sempre gli stessi: la natura e l’uomo. La natura fa quello che deve fare, e, l’uomo, non fa quello che deve fare. Si parla, poi, sempre ad ogni tragedia, di prevenzione, di investire in sicurezza del territorio, di mettere in campo azioni per limitare il rischio, che non è annullabile, questo è bene comunque sottolinearlo, ma,passata la tempesta non si fa nulla, si aspetta con le mani in mano la prossima sciagura, e, lo scarico delle responsabilità nel teatrino degli incapaci e nullafacenti ritorna immancabilmente sulla scena. Vivere nell’emergenza conviene alla politica, arrivano soldi e si foraggiano clientele.
Questi eventi di morte e distruzione sembrano lontani ma possiamo ritrovarceli anche davanti alla porta della nostra casa. Il nostro comune contempla nella zona alta, verso il cimitero per intenderci, una area ad alto rischio idrogeologico (R4),nella quale per il livello di rischio presente, sono possibili la perdita di vite umane, lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici e al patrimonio ambientale.
L’autorità di protezione civile in ambito comunale è il Sindaco, il quale ha la responsabilità dell’attuazione dei piani comunali di protezione civile e della promozione, diffusione e della comunicazione per favorire sul territorio comunale la costituzione e lo sviluppo di gruppi comunali e di associazioni di volontariato di protezione civile (L.R. n. 41 del 22 maggio 2017). Rientra nelle sue responsabilità anche la lettura del bollettino meteo regionale e le azioni conseguenti che gli vengono suggerite nello stesso. Il codice Arancione, su cui si sta discutendo in questi giorni, per la tragedia di Livorno è lo stesso codice che nel bollettino meteo emesso e trasmesso dalla sala operativa regionale di protezione civile della Regione Campania domenica 10.9.2017 ai sindaci dell’intera regione, e, quindi,al Sindaco di Rotondi, che preannunciava le condizioni meteo e il rischio idrogeologico, dalle 22,00 per le successive 24 ore.
Nelle avvertenze ai sindaci il bollettino raccomandava di disporre attività di presidio e vigilanza e invitava a prestare attenzione alle aree già classificate a rischio idrogeologico nel P.S.A.I. dalle Autorità di bacino. Inoltre l’attività di presidio e vigilanzadovrà essere rivolta alla verifica del regolare funzionamento del reticolo idrografico, al controllo dell’efficienza dei sistemi di allontanamento delle acque piovane dalle sedi stradali adottando, anche in via preventiva, gli opportuni interventi di rimozione di ostacoli o ostruzioni. Si raccomanda di allertare le proprie strutture operative che, in caso si emergenza possano adottare tutte le misure necessarie, previste nei rispettivi piani di emergenza a tutela della popolazione e dei beni esposti.
Ebbene, nel nostro comune, con i rischi che abbiamo si dormono sonni tranquilli, tutto quello che viene indicato nel bollettino è considerato aria fritta.Incapacità e assoluta superficialitànel porre in essere le azioni prescritte, che non riusciamo a comprendere.
Abbiamo un piano di protezione civile che dorme da qualche anno nei cassetti dell’ufficio tecnico, i cui contenuti, non sono nè a conoscenza della popolazione, né, forse,li conoscono gli addetti ai lavori. Abbiamo un Regolamento per la costituzione di un Nucleo comunale di protezione civile, che come il piano dorme da qualche anno in qualche altro cassetto del comune. Il nostro comune, si distingue nella Valle caudina, per essere l’unico a non avere un Nucleo comunale di protezione civile.
Il gruppo Terramia da oltre un anno ha chiesto di riapprovare in consiglio comunale, per poi portarlo a conoscenza della comunità, il piano di protezione civile, ha chiesto la pulizia del reticolo idrografico presente sul territorio comunale e l’organizzazione del Nucleo comunale di protezione civile. Nessuna risposta da parte del sindaco e della sua maggioranza. Sindaco non risponderci ma almeno fai qualcosa. Dovrebbe appartenere all’ovvietà lavorare per l’incolumità delle persone. Sindaco non scherzare con l’acqua, leggi il bollettino meteo e assumi le conseguenti azioni che ti vengono suggerite, e, che ti competono ,impara a memoria il piano di protezione civile ed applicalo ogni volta che va fatto, per rispondere alle tue responsabilità e per la salvaguardia e la tutela dei cittadini che rappresenti.”