Rotondi: tanta gente, lacrime e musica per l’ultimo saluto a Carla

Redazione
Rotondi: tanta gente, lacrime e musica per l’ultimo saluto a Carla

Rotondi. Chi sa cosa avrebbe fatto oggi Carla. Una domanda che  nasce per sfuggire alla triste realtà, accentuata da una pioggia intensa e fredda. Una pioggia che, però, non ha fatto andare via nessuno. C’era un muro di ombrelli davanti la chiesa della Santissima Annunziata, dove Rotondi ha dato l’ultimo saluto a questa ragazza di appena 21anni con stupendi occhi verdi e la musica nel cuore. L’intera comunità si è stretta intorno alla famiglia Bizzarro.
Non solo, sono arrivati tanti ragazzi dal Conservatorio di Benevento, amici e colleghi di Carla, i quali hanno accompagnato i passi salienti della funzione funebre con la loro musica. C’era un sestetto di archi accompagnati alla tastiera da un’altra studentessa ed il coro della chiesa.  Li guidava con le lacrime agli occhi, il direttore del Nicola Sala, Peppino Ilario, che di Carla è stato docente ma è anche un grande amico di famiglia.  Al termine della celebrazione, la Sinphonic Band del Conservatorio, di cui la 21enne era una componente, le ha dedicato un’aria tratta dalla Cavalleria Rusticana. Presenti anche la presidente del conservatorio, Caterina Megli, e da Roma sono arrivati i maestri di flauto di Carla i professori Merula e Balzani. All’esterno della Chiesa ancora musica: quella dei ragazzi dell’associazione musicale Giuseppe Verdi di Montesarchio, di cui la 21enne insieme al fratello Carlo faceva parte sin dalla sua costituzione nel novembre del 2013. Tutti quei ragazzi, sia quelli sull’altare che quelli fuori la chiesa, piangevano lacrime vere che si confondevano con la pioggia, ma erano sincere e abbondanti. Le stesse versate da tutti coloro che hanno preso parte ai funerali. Sull’altare, monsignor Angelo Gallo ha tentato di lenire un dolore tanto grande con le parole del Vangelo. Ma anche a lui la voce spesso si è rotta per la grandissima emozione. Ad un certo punto, il sacerdote ha versato lacrime come tutti quelli che erano in chiesa. Oltre che con la musica, tre ragazzi, tra cui la sorellina Bianca, hanno ricordato a tutti chi era Carla la sua disponibilità, il suo ottimismo, la grande passione per la musica e per gli altri. Parole sincere, che hanno toccato il cuore di tutti. E troppe sono state le emozioni per mamma Lucia. La donna si è sentita male, è venuta meno. Fortunatamente c’era il sindaco, Antonio Russo, che è un medico, a non molta distanza.  Il primo cittadino l’ha subito soccorsa ed ha fatto in modo che venisse portata fuori dalla chiesa. Non è stato semplice perché le persone erano veramente tante. E così, quando abbiamo visto quella povera donna straziata dal dolore, lo stesso del papà Stefano, del fratello Carlo,  della sorellina Bianca e dei tanti amici, abbiamo voluto pensare ad altro. A cosa avrebbe fatto quella ragazza oggi, in una domenica del genere. Magari dopo aver aiutato la mamma a rassettare, dopo il pranzo domenicale, avrebbe risposto con garbo a messaggi di qualche corteggiatore o di qualcuno conosciuto la sera prima. Perché anche lei, come tutte le ragazze di quella età, attendeva il sabato sera per un po’ di divertimento. Poi, avrebbe commentato quelle avances con la sua amica del cuore e si sarebbe chiusa in camera. Dall’astuccio foderato di raso, avrebbe estratto il flauto traverso, lo avrebbe montato, messi gli spartiti sul leggio ed avrebbe iniziato a suonare. Una musica per esorcizzare la pioggia, note per farci ricordare che anche dopo una giornata così c’è il sole che ci aspetta. Melodia per assicurarci che non tutte le domeniche sono come quella di oggi, che i giorni speciali non mancheranno, che c’è una luce alla fine di questo tunnel. Ed allora, ci piace immaginarla così mentre suona, mentre si esibisce con il cuore che batte forte, in qualche concerto. E soprattutto, ci piace pensare che quella musica possa arrivare al cuore dei genitori, dei fratelli e di tutti coloro che le vogliono bene. Continua a suonare, Carla.

Peppino Vaccariello