San Martino Valle Caudina: Agnese e Teresa, il ricordo a venti anni dalla strage dell’Immacolata

30 Novembre 2019

San Martino Valle Caudina: Agnese e Teresa, il ricordo a venti anni dalla strage dell’Immacolata

San Martino Valle Caudina. La statua della Madonna Immacolata è rimasta lì, ma dietro non c’è più quella casa che ha ospitato l’orrore. Fu il padre-marito assassino a farla saltare in aria per distruggere se stesso e tutta la sua famiglia. Lui si salvò: la moglie e la figlia piccola no; gli altri figli sì, anche il piccolo Pasquale gravemente ferito, grazie a Dio e forse, grazie proprio a quella Madonnina.

Venti anni non sono sufficienti per dimenticare. Chi c’era quella mattina dell’Immacolata del 1999 al Crocevia di San Martino Vale Caudina, chi ha sentito il forte odore del gas, chi ha visto uscire vivo dalle macerie l’orco assassino, non dimenticherà mai.

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Agnese e Teresa

Agnese avrebbe oggi 54 anni; Teresa, invece, 32.
Agnese era una giovanissima mamma poco più che trentenne, ma badava già a quattro figli. Allora non si parlava ancora di femminicidio, ma gli uomini hanno sempre ucciso e fatto del male alle donne.
Lo hanno fatto anche in maniera più cruenta del solito.

Romeo Iachetta

Romeo Iachetta, quel giorno decise di cancellare tutta la sua famiglia, facendo saltare in aria la palazzina a due piani in via Crocevia. Prima, però, accoltellò la moglie e la figlia Teresa, che di anni ne aveva dodici, che tentò invano di proteggere la mamma. Solo a pensare a quella ragazzina che tenta di fare scudo con il suo corpo alla mamma, viene la pelle d’oca. Fortunatamente l’estremo sacrificio della mamma e di Teresa, riuscirono a mettere in salvo gli altri tre figli.

Freddo

Quel giorno, c’era il sole, ma faceva freddo, nulla di paragonabile, però,  al freddo che penetrò nelle ossa dei soccorritori quando arrivarono e videro la palazzina distrutta ed estrassero i corpi senza vita della madre e della figlia, mentre il padre riuscì a scamparla.

Quell’uomo non doveva, ma soprattutto non poteva essere lì, visto che era accusato di violenza sessuale su una delle figlie e si trovava agli arresti domiciliari dall’altro capo del paese. Ma, allora come oggi, è facile sfuggire ai controlli. Allora come oggi, è facile fare del male alle persone inermi.

Quello fu un giorno di sole, ma senza speranza. Due vite cancellate, una famiglia distrutta e la festa della Immacolata annientata.

Panchina rossa e santa messa

Venti anno dopo, San Martino Valle Caudina non dimentica, soprattutto non dimentica l’associazione Regina Della Pace. L’otto dicembre, proprio in località Crocevia, sarà installata una panchina rossa per ricordare le vittime di femminicidio. Subito dopo, nel santuario sarà celebrata una santa messa in memoria di Agnese e Teresa. Questo delicato momento fa parte della manifestazione Illumina la Notte, anche questo è un piccolo segnale di civiltà. L’orrore non si può cancellare, rammentare è un dovere per evitare che si possa ripetere.

Peppino Vaccariello

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