San Martino Valle Caudina: ricettazione di un telefono cellulare, assolto 45 enne
Oggi davanti al Tribunale Penale di Avellino Giudice Monocratico – dott.ssa Rega-, si è conclusa con sentenza di assoluzione con formula piena la lunga e tormentata vicenda giudiziaria che ha visto come imputato un quarantacinquenne di San Martino Valle Caudina C.G. accusato di ricettazione di un telefono cellulare. L’oggetto era stato rubato all’esterno del cimitero di San Martino V.C.
Le indagini svolte dalla locale caserma dei Carabinieri avevano preso le proprie mosse da una denuncia di furto depositata da un altro giovane di San Martino Valle Caudina P.G., che asseriva di aver subito il furto del proprio cellulare, mentre effettuava dei lavori all’interno del cimitero comunale. Immediatamente venivano formulate le richieste a tutte le Compagnie telefoniche dei tabulati relativi al traffico telefonico del cellulare rubato, identificato con il proprio numero Imei. Sin dai primi atti investigativi si perveniva al nominativo di C.G., quale intestatario della scheda sim inserita nel telefono rubato, ragion per cui veniva formulata l’imputazione per ricettazione. La difesa dell’imputato aveva sostenuto l’innocenza del proprio assistito, sin dalle prime udienze del processo, trovando seri e forti ostacoli nel cercare di raggiungere una condivisione della propria prospettazione difensiva con il rappresentate della Pubblica Accusa. Alla conclusione del processo il difensore di fiducia del giovane imputato, l’avvocato Giovanni Adamo del Foro di Avellino, in una serrata arringa, tabulati alla mano, è riuscito a dimostrare che all’interno del telefono rubato, prima della scheda sim del suo assistito, erano state inserite ben altre due schede, intestate ad altre due persone, nei cui confronti non erano state effettuate le dovute indagini. Quindi, come sostenuto dal difensore, “l’interposizione di altre due persone tra la denuncia del furto e l’inserimento della scheda da parte del C.G.., fa cadere qualunque certezza in ordine alla consapevolezza da parte di quest’ultimo della provenienza illecita del telefono”.
Il Tribunale di Avellino ha accolto in pieno la tesi difensiva mandando assolto il giovane sammartinese per non aver commesso il fatto. Il Pubblico Ministero, oramai appiattito su un giudizio di colpevolezza dell’imputato, aveva chiesto la condanna ad un anno e due mesi di carcere oltre ad una cospicua pena pecuniaria, invece è prevalsa la ricostruzione dei fatti enucleata dalla difesa dell’imputato ed è stata chiusa definitivamente tale vicenda.