Picchiata e lasciata morire
Nelle prime fasi delle indagini erano posti sotto sequestro i cellulari dei genitori. L’analisi dei telefonini, e gli esiti dell’autopsia, hanno portato i carabinieri verso l’ipotesi dell’infanticidio.
In particolare, secondo la ricostruzione che ha portato alla misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il padre avrebbe colpito violentemente la figlia al volto.
Il colpo le avrebbe causato “un trauma contusivo-concussivo cranio-facciale, da cui sarebbe derivata una duplice frattura ossea e un ematoma subdurale emisferico sinistro, produttivo di encefalopatia da ipertensione endocranica”.
I maltrattamenti
I due genitori, pur rendendosi conto delle gravi condizioni della figlia, non l’avrebbero portata in ospedale, causandone così la morte. Dalle attività investigative è inoltre emerso che la bimba era vittima di continui maltrattamenti.
Sul suo corpo sono riscontrate contusioni, ecchimosi, escoriazioni e ustioni, queste ultime effettivamente riconducibili al bagnetto, effettuato “con acqua bollente, senza previo controllo della temperatura”.
Ai genitori è, infine, contestata anche una condotta delittuosa in forma omissiva, in quanto non avevano mai sottoposto la bimba a visite mediche ed avevano fatto ricorso a cure fai da te, come l’applicazione di strutto sulle ferite.
Il padre e la madre sono accusati di concorso in omicidio volontario pluriaggravato. Il 26enne è portato nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, la 19enne nel carcere femminile di Pozzuoli.