Sant’Agata de’ Goti: all’inferno l’ospedale Sant’Alfonso

Redazione
Sant’Agata de’ Goti: all’inferno l’ospedale Sant’Alfonso

Vive giorni tristi l’ospedale Sant’Alfonso sospeso tra un improbabile rilancio e il rischio dell’onta della chiusura. Il presidio ospedaliero secondo le intenzioni del Governatore De Luca e della cerchia di accoliti che gli tengono cordone, primo fra tutti il consigliere regionale sannita Erasmo Mortaruolo, dovrebbe essere convertito in Polo oncologico, cui nessuno crede, non solo perché appare molto lontano nel tempo, ma anche per la mancanza di risorse indispensabili a coprirne la spesa. Nell’attesa, però, l’ospedale perde il servizio del pronto soccorso, la cui soppressione scatta domenica prossima 16 corrente e accredita tra cittadini, dirigenti di partiti e amministratori dei comuni della valle caudina il sospetto che si tratti del primo atto di dismissione cui l’ospedale sarebbe destinato. Al di là di ogni istintiva reazione, comprensibile nella gran confusione che regna sull’intera vicenda, è certo che la soppressione del pronto soccorso espelle l’ospedale dalla rete dei servizi di emergenza che fanno capo al 118 e assicurano interventi su pazienti in emergenza sanitaria.
L’eliminazione della postazione di medici e infermieri preposta all’ospedalizzazione di persone vittime di malore o di incidente stradale è una penalizzazione eccessiva per gli abitanti dei comuni dei comprensori delle valli Caudina e Telesina e riduce a modeste dimensioni le funzioni dell’ospedale, del quale potrebbero apparire finanche ingiustificate le spese di gestione e, perciò, prima o poi candidato alla chiusura. Domenica 16 prossimo scatta la soppressione del pronto soccorso, che sarà sostituito dal Punto di primo intervento, in sigla ppi, che resterà chiuso dalle ore 20 alle ore 8, perché è affidato a un infermiere e per giunta l’organico del personale non prevede la presenza del medico di guardia.
Il rischio di chiusura del pronto soccorso nei mesi scorsi aveva provocato, per iniziativa della senatrice Sandra Lonardo, una mobilitazione generale di sindaci e amministratori comunali conclusa con un corale appello a “salvare il pronto soccorso, un servizio essenziale che l’ospedale non può perdere”.
Nella vicenda intervenne allora il consigliere regionale Mortaruolo che definì “false e provocatorie” le voci sul pronto soccorso, assicurando che il Sant’Alfonso avrebbe mantenuto “l’attuale livello di assistenza in emergenza”. Nei giorni scorsi, però, un comunicato dell’Azienda ospedaliera S. Pio, smentendo Mortaruolo, annuncia che “è stata avviata…l’attivazione del Punto di primo intervento presso l’ospedale S. Alfonso” e conseguentemente ordina che, nell’attesa di completare l’operazione, “le ambulanze del 118 trasporteranno i pazienti…direttamente nei Pronto Soccorsi più vicini…”, evitando la sosta presso il presidio santagatese. Il tenore del comunicato deve aver convinto il consigliere Mortaruolo che la soppressione del Pronto soccorso al Sant’Alfonso non è una gratuita invenzione e ci ha tenuto a far sapere di aver chiesto “al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca di far proprie le preoccupazioni dei cittadini sanniti… e di tanti amministratori che hanno condiviso una comune azione di tutela”. Nei prossimi giorni, rassicura Mortaruolo, De Luca sarà nel Sannio per discutere proprio del pronto soccorso dell’ospedale, per la cui difesa cresce la partecipazione dei cittadini, che hanno costituito un apposito comitato, promosso dall’avv. Lucrezia D’Abruzzo, allo scopo dichiarato di “salvaguardare” i servizi di cui dispone l’ospedale”. Sulla stessa linea si è schierato il M5S, che denuncia l’assurdità di un provvedimento punitivo per la comunità, spiegandone le ragioni in un comunicato, nel quale scrive:
“La chiusura del pronto soccorso dell’ospedale, con quella degli annessi servizi di radiologia e del laboratorio di analisi nelle ore notturne, con l’obbligo delle ambulanze di arrivare al pronto soccorso di Benevento, è decisamente una situazione che mette a rischio la salute degli abitanti del comprensorio caudino…”. Il comunicato si chiude con l’assicurazione che il Movimento continuerà “a prodigarsi …per evitare la dismissione dell’ospedale…”. Bisogna riconoscere che i pentastellati hanno il potere di sciogliere una volta per tutte il nodo della sorte dell’ospedale: basterebbe rinunciare a comunicati destinati a rimanere un’inutile dichiarazione di intenti e sollecitare, invece, l’intervento del proprio Ministro alla sanità Grillo, che finora è rimasto sordo alle sollecitazioni di rappresentanti di altri raggruppamenti partitici.
A livello individuale, infine, merita di essere segnalata l’intenzione del sindaco di Limatola Domenico Parisi di denunciare all’autorità giudiziaria il direttore generale dell’azienda sanitaria di Benevento per interruzione del pubblico servizio.
C’è pessimismo, però, sull’esito di tante lodevoli iniziative.

Alfredo Marro