Sant’Agata de’ Goti: a rischio il presidio ospedaliero Sant’Alfonso

Redazione
Sant’Agata de’ Goti: a rischio il presidio ospedaliero Sant’Alfonso

Il presidio ospedaliero Sant’Alfonso, nonostante le notevoli potenzialità di cura e di assistenza, non riesce proprio a decollare, per le scelte di politica sanitaria della Regione, ma anche per colpa di amministratori locali che mai sono riusciti a fare causa comune a difesa del nosocomio, che è costato decine di miliardi ed ora rischia il declassamento. A svegliare dal lungo sonno amministratori e politici del comprensorio ha provveduto il presidente del Circolo Sociale Saticula, che ha promosso il primo incontro sul tema dell’ospedale, chiamando a relazionare due esperti della materia, per evitare frettolose e superficiali valutazioni: l’oncologo Giovanni Pietro Ianniello, presidente del Consiglio dell’Ordine del Medici del Sannio e Pietro Farina, che al governo di Asl è rimasto una vita con pieno merito e notevoli successi, in qualità di direttore amministrativo e di direttore generale. Il presidente Ianniello si è soffermato sull’ipotesi di istituzione di un polo oncologico, che sarebbe la destinazione ottimale della struttura di rione S. Pietro, anche in considerazione che presenta soluzioni logistiche all’avanguardia per il servizio di assistenza ai pazienti. La prospettiva di un polo oncologico, ha osservato Ianniello, allo stato appare lontana nel tempo e, per giunta, non è supportata dallo stanziamento di fondi necessari a coprirne la spesa. L’allestimento di una struttura oncologica – multidisciplinare, capace di dare assistenza ai pazienti e di fare ricerca e formazione -ha proseguito il relatore- richiede investimenti per una sessantina di milioni, dei quali appena 18 sono stati stanziati per l’Azienda ospedaliera Rummo, alla quale il presidio Sant’Alfonso è stato trasferito. Allo stato, perciò, ha concluso Ianniello, di prospettiva di polo oncologico non si può ragionevolmente parlare. Non è stata diversa la conclusione di Pietro Farina, che ha precisato, ancora una volta che il decreto 54/2017 del Commissario ad acta dispone “dal 1 gennaio 2018” l’annessione del presidio Sant’Alfonso … “all’Azienda ospedaliera Rummo … al fine dell’istituzione di un polo oncologico” presso il medesimo presidio santagatese. Del polo oncologico, ha ripetuto Farina, c’è solo un’indicazione a futura memoria, mentre dallo scorso gennaio è avvenuto il trasferimento al Rummo del presidio, con tutti i mobili e gli immobili e con la conseguente soppressione del Pronto soccorso, sostituito da un inutile punto di pronto intervento. Non è il caso di protrarre oltre, ha concluso Farina, la stucchevole querelle sulla sorte del Sant’Alfonso, per il quale deve essere chiaro, una volta per tutte, che il polo oncologico resta la scelta migliore per la comunità, a patto che non venga rinviato alle calende greche e finisca, poi, per passare in cavalleria. Simile rischio deve essere evitato. L’incontro ha avuto una vasta eco e il merito di accendere i riflettori sul presidio ospedaliero santagatese, assurto in pochi giorni a tema di confronto tra i rappresentanti dei partiti. Il sindaco Carmine Valentino, preoccupato della “continuità assistenziale del presidio” ha chiesto al direttore generale del Rummo “quali misure“ intende adottare “al fine… che il Sant’Alfonso assicuri un’offerta sanitaria adeguata al fabbisogno dell’utenza”. A breve distanza di tempo è seguito l’intervento del Consigliere regionale Mortaruolo il quale ha definito “false e provocatorie “ le riserve sulla sorte dell’ospedale, assicurando che esso “conserva la Medicina interna, la Chirurgia e la Rianimazione” oltre ai servizi di radiologia e laboratorio di analisi, e mantiene “l’attuale livello di assistenza in emergenza”. A dare una svolta al confronto a distanza tra gli opposti schieramenti politici è stato il convegno promosso dalla senatrice Sandra Lonardo la quale, partendo dalla constatazione che l’istituzione di un polo oncologico richiede tempi lunghi, ha espresso il timore, non proprio infondato, che l’attesa possa segnare l’avvio dell’operazione di dismissione del presidio ospedaliero. Ora, perciò, ha dichiarato la senatrice, “bisogna accantonare ogni discorso sull’annunciata istituzione del polo oncologico e pensare, nell’immediato, a salvare il pronto soccorso, che resta un servizio essenziale che non si deve perdere”. L’assemblea -con in testa i sindaci Di Cerbo, Valentino, Napoletano, Parisi, Nuzzo, Pietro Farina e il presidente del circolo sociale Saticula- ha confermato l’interesse per il polo oncologico ma ha preannunciato il massimo impegno a difesa del presidio ospedaliero. Non si è fermata qui, però, l’iniziativa della senatrice che, d’intesa con i sindaci del distretto di Montesarchio, ha inviato al Governatore De Luca, in qualità di Commissario ad acta alla Sanità, e al direttore generale dell’Azienda ospedaliera Rummo una nota con la quale chiede che sia lasciato al Sant’Alfonso il Pronto soccorso, alla cui conservazione ha preannunciato il massimo impegno personale e dei sindaci del distretto. Sul versante sannita è stata mobilitata anche la conferenza dei sindaci, convocata dal sindaco Clemente Mastella, che ne è il presidente per discutere del piano sanitario regionale e del futuro del presidio santagatese. La seduta però non si è tenuta per l’assenza della maggioranza dei sindaci causata da un disguido dell’invito di convocazione. Nel frattempo, il PD ha fatto sapere che nei prossimi giorni il Governatore De Luca sarà a Benevento per confrontarsi con le osservazioni che vengono mosse alla scelta della Regione.

Alfredo Marro