Se a qualche caudino piace troppo la censura…
Questa è la storia triste di alcuni pazzi visionari, che, ai tempi del web 2.0, decisero di scrivere per la testata on line de “Il Caudino”; eh si, perché, per fare una cosa del genere, o si è matti, o si è giovani ed incoscienti.Perché ci vuole coraggio, a fare informazione on line. Significa giocarsi il tutto per tutto, nella consapevolezza di prevedibili critiche e contestazioni dei lettori, destinate a ripercuotersi immediatamente sul redattore del pezzo.
Se è vero, come è vero (per fortuna!!!) che la critica, la contestazione e la puntualizzazione di reazione non risparmiano il cartaceo, è altrettanto vero, però, che le discussioni relative avvengono, in un primo momento, tra il lettore contrariato e pochi intimi, o, al massimo, si consumano tra “quattro amici al bar”; anche le pretese di “errata corrige”, quelle incartate nella brava letterina “Caro Direttore…”, poi, puoi pubblicarle in un trafiletto nell’ultima pagina (quello che nessuno va a guardare), e le risposte opportune puoi elaborarle, e le verifiche richieste hai tutto il tempo per farle…No. Sul web non è così…Qui le reazioni sono immediate, i riscontri evidenti a tutti i fruitori, i commenti liberi e liberamente “non benevoli”; qui, la democrazia ha sempre e comunque un’espressione più marcata…
Scrivere per un giornale on line in Valle Caudina, poi, è proprio da matti, perché, se nella Valle ci vivi, oltre alla firma, veramente ci metti la “faccia”, la tua “faccia” nota a tutti.
Per questo, dicevo, per farlo bisogna essere o “matti”, o “giovani”. In realtà, i matti protagonisti di questa storia, poi, non sono neppure tanto giovani, anzi, addirittura sono brizzolati/mechati… sicuramente, sono maturi e consapevoli. Fanno “informazione” lato sensu, ovvero fanno “cronaca” (avete presente la mera elencazione dei fatti scevra da valutazioni individuali?) o “opinionismo”, e, a modo loro, nel bene e nel male, raccontano la Valle.
Avrebbero, forse, potuto scrivere per ben altre testate; invece, hanno scelto di non soggiacere alle indirizzate “linee guida” della spocchia di regime, o di avere un blog i cui contenuti non vengono decisi dall’ “alto”; sono liberi, e lo sono ancor di più perché non hanno tornaconti economici di alcun genere. Ed hanno, forse, anche cambiato l’intelaiatura classica di una testata consolidata (ovviamente, questo non vuole essere un giudizio di valore, ma solo la costatazione di fatto del diverso impatto comunicativo rispetto a quello proprio di penne di altra generazione).
Ovviamente, questi matti relativamente- giovani- già-brizzolati-mechati, diffondono e pubblicizzano il loro lavoro con gli strumenti offerti dalla tecnologia, e pubblicano i loro post sui propri profili facebook o su gruppi facebook ad interesse locale. Lo fanno nella perfetta consapevolezza di probabili polemiche scaturenti dal confronto; sono pronti ad essere contestati, attaccati, smentiti nell’immediato, secondo le regole vivaci ed imprevedibili del web. Lo fanno perché il loro scopo è, appunto, il confronto costruttivo.
Purtroppo, in questa storia, ci sono impreviste pagine tristi; il confronto temuto ed auspicato non prende piede, perché i post, anche quelli “meramente informativi”, vengono, troppo spesso, eliminati sistematicamente prima che i potenziali fruitori vi abbiano accesso.
Bisogna essere veramente matti e giovani per meravigliarsi; quella “forma di controllo sociale che limita la libertà di espressione e di accesso all’informazione, basata sul principio secondo cui determinate informazioni e le idee e le opinioni da esse generate possono minare la stabilità dell’ordine”, è vecchia quanto l’uomo; prima dell’invenzione della stampa, tale controllo lo si esercitava con l’espulsione fisica degli oratori dalla comunità; in seguito, l’umanità ne ha bruciati di libri…(qualcuno continua a farlo…). Al tempo del web, però, non è necessario distruggere i p.c., poiché con un clic puoi eliminare il contenuto ritenuto pernicioso.
Giusto per essere pignoli, la definizione sopra virgolettata la trovate sulla Treccani sotto la voce “censura”.
Intanto, questa storia continua, allorquando quei giovani-mica-tanto-giovani proseguono imperterriti a scrivere, aspettando il confronto di cui si è detto.
È probabile che, durante l’impervio percorso intrapreso, si aspetteranno chiare e nette prese di posizione da parte dei Caudini; intanto, ruotando il capo a nascondere le chiome brizzolate/mechate, continueranno comunque a metterci la loro nota faccia.
Faccia che può non piacere. Ma è l’unica che hanno…
Rosaria Ruggiero