Si rischia di più a giocare di giorno o di notte? I sorprendenti risultati di una ricerca

Redazione
Si rischia di più a giocare di giorno o di notte? I sorprendenti risultati di una ricerca

Si rischia di più a giocare di giorno o di notte? I sorprendenti risultati di una ricerca . Il gioco patologico è un argomento di stretta attualità. Quella che si chiama in gergo ludopatia, rappresenta per gli esperti un campanello d’allarme su cui sono puntati gli occhi e gli sforzi di tutti quanti risultano essere impegnati nella filiera del gaming.

Negli ultimi mesi Future Anthem e Gamesys hanno collaborato strettamente per una iniziativa di ricerca e sviluppo sul gioco patologico, pubblicando una indagine condotta nel corso della Safer Gambling Week per la promozione del gioco sicuro nel Regno Unito. Per la ricerca Anthem ha sfruttato i suoi Safer Play, modelli di apprendimento automatico, applicati a 36 milioni di sessioni di gioco di Gamesys per la ricerca e l’identificazione dei marcatori di danno.

Il prodotto Safe Play difatti sfrutta l’Intelligenza Artificiale, per valutare fino a  oltre ottanta metriche separate nell’individuazione dei comportamenti collegabili a qualche danno. In ogni sessione di gioco c’è la creazione e l’analisi di un punteggio per ogni giocatore. Il focus principale dell’indagine ha riguardato le slot machine online, tipologia di giochi presente solo nei casinò regolamentati, e le possibili correlazioni di danno che, però, non sono state identificate.

L’analisi ha fatto emergere alcuni apprendimenti che possono essere utilizzati per individuare un gioco potenzialmente a rischio: determinate ore del gioco, con schemi diversi di gioco, possono aumentare i rischi. Alcune statistiche provano infatti che i rischi maggiori, nel 36% dei casi, sono legate al gioco notturno e non a quello diurno. Dunque, chi gioca di notte ha fino a sette volte di più il rischio di chi gioca di giorno.

Nel novero della ricerca è introdotta anche una metrica, la “Game popularity”, che misura la popolarità di un titolo, analizzando i giochi giocati più volte da un singolo giocatore. Questa nasce dalla necessità che i giocatori vedono i giochi più popolari sempre in homepage. Da qui gli esperti vogliono capire eventuali legami tra i titoli visti e gli eventuali livelli di rischio. I risultati hanno confermato le supposizioni.

Ne ha parlato Chris Conroy, Chief Data Officer di Future Anthem, sottolineando come spesso gli aspetti dei giochi, dei comportamenti e della protezione sono esagerati. I modelli di apprendimento, come detto da Conroy, sono serviti a “fare luce su un puzzle”, cosa che porterà ad altre ricerche su giochi e sulla loro progettazione, per identificare gli operatori e gli studi di gioco che possono fornire esperienze sicure e sostenibili.

A Conroy ha fatto eco Kevin Clegg, numero uno sulla sostenibilità di Gamesys: la ricerca, stando alla sua opinione, ha aiutato a scavare meglio sul legame tra marcatori di danno ed esperienza di gioco: “Ci sforziamo sempre di creare e gestire giochi adatti ai nostri giocatori – ha detto – e questa ricerca è la pietra miliare del nostro percorso”.