Stop alla mobilità tra regioni, verso il lockdown leggero
Stop alla mobilità tra regioni, verso il lockdown leggero. Si partirà dalla proroga di un mese del divieto di spostamento tra Regioni che scade il 25 febbraio, nel Consiglio dei ministri di domattina, il primo sulla crisi pandemica del governo Draghi.
La proroga potrebbe durare fino al 31 marzo ma non si esclude un prolungamento fino al 4 aprile, per coincidere con la Pasqua.
Strategia del nuovo governo
Ma la strategia complessiva del nuovo esecutivo sarà a stretto giro definita con il nuovo Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm), dopo quello in scadenza il 5 marzo.
Dopo la conference call del premier con i ministri di ieri, i governatori vengono informati e consultati alla vigilia della riunione a Palazzo Chigi nel vertice serale con Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Affari regionali). E presentano una loro piattaforma di proposte che domani sarà all’esame dell’esecutivo.
I presidenti di Regione chiedono di inserire nella cabina di regia politica, non quella del monitoraggio del contagio, anche i ministri economici (come ieri nella call con Draghi).
“Al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese”. “In via strutturale, lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per il Paese e poi restrizioni particolari per singoli territori, si legge nel documento della Conferenza, deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento”.
Nuovo decreto
A Palazzo Chigi sarà esaminato lo stop alla mobilità tra Regioni. Il nuovo decreto potrebbe prorogare di trenta giorni le limitazioni agli spostamenti, secondo diverse fonti ministeriali.
I limiti dovrebbero riguardare anche la possibilità di fare visita ad amici e parenti, ossia la regola, per ora valida fino al 5 marzo, che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone, più i figli minori di 14 anni.
La conferma di alcune delle ultime misure del governo Conte sembrano al momento la soluzione più probabile, in un’Italia che oggi ha visto entrare in vigore la zona arancione in Campania, Emilia Romagna e Molise.