Taburno, una montagna depredata, violentata ed abbandonata
In una nota dell’associazione Propugnatores Naturae, a firma del presidente Cosimo La Ragione, si denuncia il totale stato di abbandono e di degrado ambientale in cui versa il Parco Naturale del Taburno-Camposauro. Soprattutto nella zona A, riserva integrale, dove non si può toccare nulla, “è stato riscontrato un costante e sempre più crescente degrado ambientale della foresta. Le cause di detto degrado sono da ascriversi sicuramente all’incuria e al totale stato di abbandono dei boschi da parte delle istituzioni preposte alla loro cura e salvaguardia”. Il documento evidenzia che “ad aggravare ulteriormente le precarie condizioni ambientali del monte Taburno concorre in buona parte anche l’inciviltà e il vandalismo di alcuni dei turisti domenicali e non. Infatti, questi pseudo amanti della natura, dopo aver sostato presso le “traballanti” aree attrezzate per i pic-nic, dislocate in vari punti della foresta, ove si dilettano in grandi “abbuffate e bevute” per poi smaltire gli eccessi calorici e soprattutto i fumi dell’alcol, non solo lasciando al suolo i rifiuti non organici del banchetto (bicchieri e piatti di plastica, bottiglie, lattine, sacchetti e quant’altro sparso alla rinfusa -forse perché costoro credono che di notte gli “gnomi del bosco” ripuliranno la loro immondizia). Ma, questi incivili, come se non bastasse, si divertono anche a vandalizzare tavoli e panchine per poi, come degli Attila, tagliare, sfregiare giovani fustelle di faggio e depredare vari arbusti di sottobosco …”. La protesta, poi, affonda la lama nel disboscamento in atto sul Taburno. Infatti, “oltre ad essere diventato una discarica a cielo aperto, in questi ultimi tempi, si è trasformato anche in un costante cantiere di taglio ed esbosco di fustaie di faggio ed abeti (questi alberi nella maggior parte dei casi non sono secchi, non sono deperiti, non sono pericolanti, non sono affetti da particolari fisiopatie, non hanno raggiunto una maturità tale da necessitare il taglio per turnazione ), che vengono tagliati e, cosa ancora più grave, estirpati in ragione di un famigerato e super scientifico “piano di taglio”… Ovviamente, è probabile anche che molti tagli da noi riscontrati in varie parti dei boschi siano abusivi, cioè non autorizzati dall’autorità competente”. Il documento prosegue con altre segnalazioni, come lo smantellamento della cassa armonica realizzata a Piano Melaino, dove qualche anno addietro si sono esibite numerose filarmoniche e tenuti vari concerti di prestigio nell’ambito di Taburno Foresta in Concerto, e che costò molti soldi alla Regione. Infine, si segnalano i dissesti geologici che interessano il Taburno a macchia di leopardo e la ripresa del bracconaggio. I Propugnatores Naturae, auspicano che le autorità preposte alla tutela e salvaguardia ambientale, compiano per quanto possibile un sforzo affinché in tempi brevi si attui tutto quanto necessario per il recupero ambientale della foresta del Taburno.
Antonio Marro