Trovato in un’auto il corpo di un ragazzo di vent’anni: era scomparso
Trovato in un’auto il corpo di un ragazzo di vent’anni: era scomparso. Era scomparso. Ieri sera è stato trovato il corpo di un ragazzo di vent’anni in un’automobile parcheggiata in una strada di campagna al confine con Manerba, comune in provincia di Brescia.
La scomparsa del giovane era stata denunciata dai genitori qualche giorno fa. Il ventenne, prima di andare via, aveva lasciato in casa tutti i suoi effetti personali. I carabinieri al momento non escludono nessuna ipotesi.
La macchina trovata in una strada di campagna
La tragica scoperta è avvenuta poco prima delle 20 di ieri sera, lunedì 7 giugno. Dopo aver individuato la macchina, i militari hanno allertato il personale sanitario del 118. Sul posto sono intervenuti i medici e paramedici a bordo di un’ambulanza e un’automedica.
Per il giovane, però, non c’è stato nulla da fare e non è stato potuto far altro che costarne il decesso. I carabinieri hanno comunque svolto tutti i rilievi del caso per ricostruire l’esatta dinamica della vicenda.
Il 20enne si era allontanato lasciando a casa tutti i suoi effetti personali
Domenica i genitori avevano denunciato la scomparsa: il ventenne si era allontanato dalla sua abitazione lasciando a casa cellulare, soldi e documenti. Subito dopo, i famigliari avevano allertato le forze dell’ordine e – stando a quanto riportato dal giornale BresciaToday – lanciato un appello per ritrovarlo.
Ieri, purtroppo, è arrivata la notizia della tragica scoperta. Al vaglio dei carabinieri di Brescia vi sono diverse ipotesi: al momento quella più acclarata sembrerebbe essere un gesto estremo di natura volontaria. Anche se non sono stati trovati messaggi o altri indizi che possano avvalorare la tesi.
Suicida a tredici anni: si è impiccata nella sua cameretta
Con quel suo corpo che da bambina si stava tramutando in donna, conviveva male. Non si sentiva bella. Poco importa che la mamma, le insegnanti e come hanno scritto anche ieri nei messaggi di addio a scuola alcune amichette le ripetessero che «il tuo corpo è perfetto».
Laura (ma il nome è di fantasia) a cui non piaceva il suo nome e si faceva chiamare come un personaggio dei fumetti Manga che amava tanto, domenica sera ha preso un cavo elettrico, lo ha reciso con un taglierino, e con quello si è impiccata a una mensola della sua cameretta.
In una piccola palazzina di borgata a Torpignattara, zona est di Roma. Lasciando tutto intorno i suoi disegni e le scritte di canzoni inglesi impresse su un quadernone. I suoi occhioni belli e profondi Laura, li teneva sempre coperti da un frangettone.
Amava leggere e studiare
Aveva paura di mostrarsi, amava leggere e studiare, pure domenica si stava preparando per l’interrogazione di storia, ci teneva perché era la prima della classe, ma nel suo cuore covava un dolore immenso, una ferita che probabilmente non riusciva a rimarginare.
«Le sue migliori amiche l’avevano esclusa e bullizzata – racconta la mamma – dopo che aveva discusso con una di loro, per un malinteso, mia figlia era stata isolata. La prendevano in giro l’avevano messo nel mirino.