Truffa Inps: alcuni indagati di Roccabascerana e di Pannarano

Redazione
Truffa Inps: alcuni indagati di Roccabascerana e di Pannarano

Truffa da oltre un milione di euro ai danni dell’Inps. La finanza di Benevento ha scoperto la truffa delle indennità di disoccupazione. Dieci misure cautelari e 100 indagati, tra questi ci sono anche degli irpini 110 indagati tra Benevento, Avellino, Salerno, Napoli, Caserta, Roma, Reggio Calabria, Novara, e più centri delle stesse province in Irpinia San Potito Ultra, Capriglia, Nusco, Atripalda, Monteforte, Chianche, Salza Irpina, Taurasi, Roccabascerana e nel Sannio, tra glia ltri, anche Pannarano.

È il risultato di una vasta operazione della Guardia di Finanza scattata all’alba che ha consentito di smantellare in provincia di Benevento una struttura criminale che da anni truffava l’INPS con una rete di finte attività commerciali intestate a prestanome. Cinque le persone finite agli arresti domiciliari, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per altri cinque indagati altre 100 persone sono indagate a piede libero Grazie a un’inesistente attività documentata da fatture e ricevute commerciali false, gli indagati assumevano lavoratori che dopo qualche tempo venivano licenziati. I lavoratori fittizi successivamente presentavano domanda di disoccupazione all’Inps ed i soldi dll’ indennità finivano direttamente nelle tasche dei criminali. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno così disarticolato una rete di 17 imprese tra Sannio, Irpinia e provincia di Salerno, riscontrando false fatturazioni per 15 milioni di euro, con oltre 4 milioni di tasse evase. Sono stati passati al setaccio 300 contratti di assunzione e migliaia di settimane lavorative fittiziamente registrate Le ipotesi di reato a vario titolo vanno dall’associazione per delinquere, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, ai reati tributari, al riciclaggio e all’autoriciclaggio.

La frode è costata all’INPS oltre 1 milione di euro Inoltre le 5 persone che secondo l’accusa erano a capo dell’organizzazione movimentavano denaro su conti correnti bancari a Malta e in Lussemburgo per “ripulirlo”, da cui l’accusa di riciclaggio e il relativo sequestro dei conti. Il sodalizio poteva contare inoltre sull’attività professionale di un consulente del lavoro che sovrintendeva alle operazioni di assunzione e alla presentazione delle domande di disoccupazione. Il Tribunale di Benevento ha sequestrato beni appartenenti agli accusati per 4 milioni di euro.