Tunnel del Partenio, le criticità: il percorso. Quanti viadotti o ponti?
Continuiamo la nostra analisi delle criticità del Tunnel del Partenio, secondo quanto emerso dallo studio di fattibilità commissionato dalla Provincia di Avellino. Nella prima puntata, abbiamo acceso i fari sul rischio idrogeologico e su quello delle frane (si può leggere qui).
Il percorso
Questa volta analizziamo il percorso previsto nella Alternativa A.
In modo particolare, l’alternativa prevede (riportiamo testualmente dallo studio di fattibilità): “la realizzazione di un nuovo asse stradale che parte dall’asse attrezzato “Valle Caudina – Pianodardine” (con la realizzazione di un nuovo svincolo) nel territorio del Comune di Cervinara e da lì prosegue in un percorso che si sviluppa dal Comune di Cervinara sino allo svincolo di Tufino dell’Autostrada A16 nel Comune di Avella (attraversando porzioni del Comune di Rotondi)”.
Quindi, alla scorrimento veloce sarebbe collegata una nuova strada che parte da un nuovo svincolo realizzato sulla Paolisi-Pianodardine e arriva fino alla montagna.
Imbocco del tunnel
Ma dove fino alla montagna? Dopo la pubblicazione della mappa avvenuta dal nostro sito, molti si sono accorti che il Traforo dovrebbe essere realizzato al confine tra il territorio di Cervinara e Rotondi. Dunque, più o meno, dopo il “Vallone della Pirozza”. La cosa strana è che quella è una zona ad alta urbanizzazione, urbanizzazione che dalle carte non risulta. Come fare allora per arrivare al tunnel? Ecco la risposta: “il tracciato ha uno sviluppo complessivo di ml 11.775, di cui ml 7.925 all’aperto e ml 3.850 in galleria. L’andamento altimetrico è invece caratterizzato dalla quota di imposta dei fabbricati presenti nel tratto del tracciato a confine tra Rotondi e Cervinara”.
In parole povere: un viadotto che sovrasti i fabbricati presenti sul confine tra Rotondi e Cervinara. Ora, immaginate un enorme viadotto che sovrasta la Pirozza: per la serie, impatto ambientale minimo.
Altri ostacoli
Gli ostacoli che deve attraversare il traforo, però, non sono finiti. Leggiamo: “nonché dagli attraversamenti della linea ferroviaria “Valle Caudina” nel territorio di Cervinara (…) e dalle sorgenti presenti nel territorio di Cervinara”. Servirebbe dunque, un ponte anche per superare la ferrovia e bisogna stare attenti alle sorgenti.
A questo punto, sarebbe opportuno che chi ha redatto il piano di fattibilità utilizzi mappe catastali aggiornate e faccia anche una simulazione dei viadotti: ne sarà uno solo lunghissimo? Oppure ne saranno più di uno?
(continua, 2 di 3)