Uccide il padre bruciandolo, la confessione choc: dopo ho cucinato la pasta
Stavamo litigando come spesso accadeva. Mi ha cacciato via, mi ha detto di andarmene da casa, come era solito dirmi da tempo. Eravamo in cucina dove lui stava preparando il pranzo e aveva un fornello accesso. Avevo in mano una bottiglietta di alcol con la quale mi stavo disinfettando una ferita. Quando mi ha detto così gli ho spruzzato l’alcol addosso. Poi ho visto il fuoco». Vittorio Leo, l’agente immobiliare di 48 anni accusato di aver bruciato vivo il padre, ha confessato più o meno con queste parole quanto accaduto ieri mattina nell’abitazione di famiglia a Collepasso, in Salento. Dopo l’interrogatorio è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario del padre Antonio, insegnate in pensione di 89 anni. L’anziano, dopo essere stato avvolto dal fuoco, è corso in bagno per raggiungere la doccia nel disperato tentativo di spegnere le fiamme che lo avvolgevano. Non ce l’ha fatta. Il figlio è stato interrogato fino a notte fonda, alla presenza del suo difensore, Simone Potente. Ancora sotto choc, il 48enne ha reso dichiarazioni piene di «non ricordo» e con continui riferimenti ai momenti di «panico» vissuti.
Al pm Luigi Mastroniani ha spiegato che si è trattato di un incidente. Ha riferito di aver spruzzato il padre con l’alcol e di aver visto subito dopo una fiammata levarsi dal fornello della cucina. «Dopo la morte di mio padre – ha aggiunto – ho prima lavato tutto il pavimento, poi ho cucinato della pasta con del ragù, non perché avessi fame ma per smorzare la tensione che avevo addosso».
(Il Messaggero)