Usurai costringono un tabaccaio a cedere la sua attività

17 Marzo 2023

Usurai costringono un tabaccaio a cedere la sua attività

Usurai costringono un tabaccaio a cedere la sua attività. Si chiude con una condanna il processo scaturito dalla denuncia di un tabaccaio del Casertano finito nella morsa dell’usura: dopo una cartella esattoriale si era rivolto a tre persone per ottenere dei prestiti, ma per ripagarli si era visto costretto a vendere un’auto, un terreno e anche a perdere la propria attività. La storia viene riportata da Napoli Fanpage.

La sentenza di oggi

La sentenza oggi, nel Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: 3 anni e 9 mesi per Elvio Luigi D’Aria e Andrea Rendina, 2 anni per Giovanni Varatta.

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La storia inizia sei anni fa, quando Gianluca Izzo, titolare di una ricevitoria/tabacchi di Raviscanina, aveva sporto denuncia ai carabinieri. Inizialmente aveva raccontato di avere subìto un furto di sigarette e gratta e vinci, ma i militari avevano intuito che non stava dicendo la verità.

Lo avevano esortato ad aprirsi e alla fine era venuto fuori tutto: da due anni era finito nella morsa dell’usura, aveva denunciato il furto spinto dalla disperazione e nel timore che i suoi aguzzini mettessero in pratica le minacce di morte che gli avevano rivolto.

Nell’agosto 2017, con una nuova denuncia, Izzo aveva spiegato di essersi ritrovato in gravi difficoltà economiche dopo aver ristrutturato l’attività e dopo avere ricevuto una cartella esattoriale di quasi 90mila euro. Per far fronte ai debiti si era rivolto a un altro imprenditore, D’Aria, che gli aveva prestato prima 5mila euro, facendosene dare poi 8mila, e in seguito altre somme, per le quali aveva avuto interessi di oltre il 50%.

Aveva detto quindi di essersi rivolto a Varatta, dipendente pubblico, e poi a Rendina, entrambi con precedenti per usura, ricevendo prestiti rispettivamente di 36mila e oltre 10mila euro. Per ripagare le somme, e gli altissimi interessi relativi, l’uomo aveva consegnato gratta e vinci, una Fiat 500, aveva venduto un terreno e aveva perso l’attività che gestiva.

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