Valle Caudina: Caudio e l’Europa
di Gianni Raviele
Siamo al palo. La Campania, che ha inesauribili giacimenti culturali, che potrebbero documentare tutta la storia del nostro continente e costituire anche una incalcolabile risorsa economica per la regione, è maglia nera nel programma di finanziamenti “Europa creativa” che va dal 2014 al 2020.
Il fondo ha una dotazione di un miliardo e quattrocento milioni.
Nella graduatoria per regioni, la Campania figura solo al decimo posto ma tutte le regioni meridionali sono molto indietro rispetto alla media.
Del cospicuo stanziamento siamo riusciti a intercettare solo 500mila euro: una goccia d’acqua su di un terreno siccitoso. Ma è tutta l’Italia che pena. Il nostro paese, quando si misura con altre nazioni d’Europa, rivela limiti chiari dovuti a mancanza di progettazione e iniziative inconsistenti. E, nell’utilizzazione del fondo “Europa creativa”, l’Italia è al quinto posto, scavalcata addirittura dal Belgio.
Nel nostro naufragio galleggiano solo pochi relitti e il Lazio con 43 progetti finanziati per un ammontare complessivo di 9,4 milioni; segue l’Emilia Romagna con 24 iniziative e 8,3 milioni. Ma la stupefacente sorpresa viene dalla provincia autonoma di Bolzano, che è ottava in graduatoria: ha presentato i progetti tutti sovvenzionati.
E, ora, riflettori accesi in casa nostra. La Campania ha fatto la figura del pezzente: ha raccolto le briciole sotto il tavolo di epulone. I grandi tutori del nostro patrimonio culturale hanno presentato solo tre progetti. In dettaglio, sono riusciti ad attingere alle fonti comunitarie: il centro universitario europeo per i beni culturali onlus, che a Ravello ha ambientato un progetto sull’arte digitale e la story telling; l’iniziativa della Fondazione Banco di Napoli sugli archivi creativi; infine –dicono le cronache– “altri fondi sono arrivati nel Sannio”.
Chi ha avuto l’amabilità di leggere sul “Caudino” cosa penso di questa pastetta pseudo culturale e politica che sotto la vaga indicazione Sannio, si propina al nostro “territorio” troverà subito mandanti ed esecutori del nuovo scartiloffio.
Sono convinto che Caudio abbia tutta la dignità di un progetto serio, accettabile, storicamente definibile intellegibile in Europa. Non abbiamo nulla di meno di tante etnie che hanno popolato e segnato il nostro continente: cito i galli e i sabini, i fiamminghi e i macedoni, i valloni e i dorici.
La strada per puntare su Caudio non è preclusa. Anzi, c’è una via larga e praticabile. La indico per dare un contributo concreto e realistico alla proposta, al fine di proiettarci nel futuro, di richiamare l’attenzione delle sovrintendenze e delle direzioni ministeriali, di fugare il disfattismo degli incapaci e degli ignavi.
La partita è tutta da giocare. Innanzitutto, il programma 2014-2020 non è ancora chiuso. Ma la vera opportunità di riscatto per Caudio e per la Campania sarà rappresentata dal nuovo progetto “Europa creativa” 20121-2027.
La Commissione cultura del parlamento europeo ha infatti approvato, all’unanimità, il raddoppio dei fondi a disposizione dei progetti: nel nuovo settennato saranno 2,8 miliardi a sostegno dell’industria culturale.
Hic Rhodus hic salta, dicevano i latini. Questo è il momento adatto, l’occasione storica per riportare alla luce e valorizzare il nostro passato e la nostra civiltà.
A fine maggio si vota per l’Europa. Gli amministratori comunali, i politici locali, che hanno spesso dato i voti, facendosi mazzieri del potere, in cambio del nulla o del piccolo cadreghino personale, siano, almeno questa volta, dignitosi e attenti. Impegniamo tutti i candidati all’Europarlamento delle province del Sannio e dell’Irpinia a sostenere, in ogni sede, il progetto per Caudio. Potrà essere questa la cartina di tornasole per una intera classe dirigente.
Voglio augurarmi, con gli amici del Caudino che siano accolti i suggerimenti concreti e le speranze contenuti in questo articolo. Non vorrei ripetere a me stesso l’amara constatazione evangelica: “La messe è tanta ma gli operai sono pochi”.
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