Valle Caudina, Concesso l’indulto al narcotrafficante italo-venezuelano Luigi Perrotta

Redazione
Valle Caudina, Concesso l’indulto al narcotrafficante italo-venezuelano Luigi Perrotta

Nel dicembre 2006 si concluse una inchiesta storica condotta dalla direzione distrettuale antimafia napoletana in collaborazione con la direzione nazionale antimafia, sfociata con gli arresti di ben 101 persone, accusate di narcotraffico realizzato per favorire numerose consorterie camorristiche e mafiose.
Al Perrotta Luigi, originario della Valle Caudina, fu attribuito, insieme ad altri, il ruolo di direttore ed organizzatore dell’associazione,  in particolare gli viene attribuito il ruolo di cerniera tra i trafficanti sudamericani e quelli italiani; questo anche grazie alla sua conoscenza delle lingue spagnola ed italiano ed alla scaltrezza di “muoversi” ed alla capacità di intessere solidi rapporti commerciali con l’estero.
Secondo l’accusa, l’insospettabile Perrotta, nella esotica Maracaibo, si occupava di import/export di capi di abbigliamento prodotti nella sua azienda, la società “Corto Maltese” che realizzava jeans per la nota azienda “Replay”, nonché abiti da lavoro.
Secondo quanto emerse all’epoca dalle indagini, il Perrotta, secondo gli inquirenti, avrebbe svolto con i Venezuelani un’opera di mediazione finalizzata a far arrivare a Napoli ingenti quantitativi di cocaina.
Questo, almeno, stando all’interpretazione delle moltissime telefonate allegate agli atti, dove si parla, ad esempio, di “muchachas” ritenuto un riferimento a grossi quantitativi chili di cocaina.
È a seguito dell’ascolto delle conversazioni che vengono eseguiti arresti e sequestri scattati nelle fasi intermedie dell’inchiesta, compreso il rinvenimento di ben 200 chili di cocaina, importazione che sarebbe stata condotta e seguita dal Perrotta, nascosti su una nave, la “Alkman”, salpata dal Venezuela e bloccata nel porto di Rostock, in Germania.
Nel corso delle indagini, gli inquirenti riuscirono a scoprire la clamorosa importazione intercettando la posta elettronica del Perrotta.
Dopo un anno di latitanza, Perrotta Luigi, ricercato dalla autorità giudiziaria italiana e canadese, sbarcando all’aeroporto di Milano Malpensa, si consegnò spontaneamente, a dicembre di sette anni fa, agli agenti e si costituì alle Autorità italiane perchè voleva difendersi all’interno del processo.
Nel corso dei tre gradi di giudizio, la difesa, rappresentata dall’avvocati Dario Vannetiello e Marcello Severino, entrambi del Foro di Napoli, riesce ad ottenere un importante risultato: la esclusione della sua qualità di capo, la quale produsse il ridimensionamento delle accuse nei suoi confronti.
La pena finale fu quella di anni 14 di reclusione, certamente contenuta rispetto alle dimensioni delle importazioni e rispetto al notevole spessore della associazione protrattasi dal 2004 al 2008, anno della sentenza di primo grado.
La Procura generale presso la Corte di Appello di Napoli non aveva ritenuto di concedere al Perrotta il beneficio dell’indulto di anni tre, beneficio che per legge si concede a coloro che hanno commesso reati antecedentemente al 2 maggio 2006, avendo la associazione operato sino al giugno 2008.
Ma, sul punto, si erano concentrate le attenzioni dell’avvocato Dario Vannetiello che ha proposto un articolato ricorso innanzi alla Corte di Appello di Napoli, il cd. incidente di esecuzione.
Arriviamo quindi alla decisione giudiziaria innovativa.
Nel lungo procedimento camerale, caratterizzato da ben tre udienze camerali, che ha visto contrapporsi da una parte la Procura Generale e dall’altra la difesa, la Corte di Appello di Napoli, III sezione penale – ha finito per condividere le “ originali” argomentazioni giuridiche del penalista, concedendo l’indulto per la misura di anni tre.
È stato stabilito un innovativo principio di diritto in linea con quanto invocato dall’avv. Vannetiello: pur se l’associazione dedita al narcotraffico ha operato con condotta perdurante cessata alla data del 19.06.2008, le condotte materiali commesse dal Perrotta sono avvenute prima del 02.05.2006, data di sbarramento indicata nella legge; tanto ha legittimato, secondo i giudici partenopei, la concessione dell’indulto.
La condanna da scontare per il mega-narcotraffico è divenuta pari ad anni 11 di reclusione.
Essendo detenuto dal 02.12.07, il residuo da scontare è inferiore agli anni quattro, con l’effetto che potrà chiedere al Tribunale di sorveglianza i benefici penitenziari determinanti la sua rimessione in libertà.