Valle Caudina: Daniele muore di lavoro e i sindacati tacciono

Il Caudino
Valle Caudina: Daniele muore di lavoro e i sindacati tacciono
Primo maggio: si torna in piazza

Valle Caudina. E’ una storia simbolo del nostro meridione, una di quelle tragedie che si verificano ogni giorno dalla Piana di Agrigento sino al Garigilano. A San Martino Valle Caudina, ieri, è morto un ragazzo di 29 anni. Si chiamava Daniele De Biase ed è morto di lavoro. Al Sud, infatti, si continua a rischiare la vita, quando si trova uno straccio di fatica. Per poche decine di euro, si è disposti a fare di tutto, senza orario e senza alcuna copertura assicurativa. Succede in agricoltura, nel settore edilizio e nei servizi. E non c’è differenza di colore della pelle e di nazionalità: extracomunitari e italiani sono, perfettamente, uguali per questa sorta di schiavisti per i cosiddetti caporali, che decidono chi deve o meno essere sfruttato. Per tanti, la decisione, la scelta significa portare un poco di pane a casa o no. E guai a ribellarsi, a denunciare, se qualcuno lo fa, rischia grosso. Può significare non lavorare mai più in quella zona, ma può avere ancora più gravi conseguenza, si può rischiare di essere pestato a sangue. E poi a chi denunciare? I sindacati non esistono per questi sfruttati. Li vedi battersi per coloro che hanno già mille tutele, ma per questa carne da macello è come se non esistessero. Per non parlare delle associazioni di categoria e per coloro che si osannano i prodotti agricolo del made in Italy. Anche loro tacciono, sanno e restano in silenzio, dando vita ad una complicità forte con questi schiavisti. Senza contare che dietro ai capolari ci sono sempre le organizzazioni criminali mafiose. Daniele De Biase, in una giornata di giugno del 2016 è morto di lavoro ed ora i suoi familiari rischiano anche di non essere risarciti dell’Inail, in quanto il ragazzo non aveva uno straccio di copertura assicurativa. In Valle Caudina, tacciono i sindacati, restano in silenzio perchè non hanno il coraggio di scoperchiare una pentola esplosiva. Basta andare in giro per i campi, in questi giorni, per vedere tanti ragazzi come Daniele che si arrampicano su alberi altissimi per raccogliere le ciliegie. O, è sufficiente svegliarsi presto la mattina, per vedere tante donne che si recano nella piana del Sele, ma i rappresentanti delle organizzazioni sindacali fanno orario di ufficio e non vanno certo per i campi. E così, ieri è toccato a Daniele crepare di fatica, domani non si sa, ma tante persone sono a rischio.

Peppino Vaccariello