Valle Caudina, farmaci negati, continua l’odissea
Da 25 giorni, la farmacia del poliambulatorio dell’Asl di Cervinara è chiusa. Da 25 giorni, persone che soffrono di gravissime malattie sono costrette a recarsi ad Avellino, per ritirare farmaci di cui hanno un bisogno vitale per continuare a lottare per la vita. La nostra testata non si stancherà mai di denunciare questo provvedimento inumano ed impietoso. Provvedimento che colpisce al cuore una cinquantina di persone che, purtroppo, lottano contro tumori maligni, sono dei trapiantati od hanno dei gravissimi disturbi cardiaci. E non ci stancheremo mai di denunciare che queste persone sono state abbondanate quasi da tutti. Lo ha dimostrato la scarsa presenza al consiglio comunale congiunto che si è svolto mercoledì sera a Cervinara. Sulla vicenda quasi tutti preferiscono tacere e girarsi dall’altra parte. Per fortuna sindaci, assessori e consiglieri dei quattro comuni irpini della Valle Caudina hanno preso coscienza del problema ed hanno deciso di sfidare apertamente il direttore generale dell’Asl di Avellino Sergio Florio. Ma, tutti gli altri dove sono? Perché non denunciano, non si indignano, non si ribellano? Dove sono i sacerdoti, dove sono i medici, quelli che più di altri dovrebbero essere a conoscenza delle pene di questa gente? Dov’è la tanto decantata società civile? Probabilmente sono tutti in ferie, beati loro. C’è chi in vacanza non si può neanche sognare di andare. Pensate, le persone che lottano contro le neoplasie, dopo un ciclo di chemio o radioterapia, che, per chi non lo sapesse è un trattamento che distrugge tutto, cellule maligne e benigne, hanno bisogno di integratori per tentare di rimettersi in sesto. Integratori che, purtroppo, il nostro sistema sanitario non considera come farmaci e costano profumatamente. Ebbene, tanti di questi malati non possono permettersi di comprarli e sono ancora più debilitati di quanto dovrebbero essere. E, proprio loro, devono recarsi ad Avellino per ritirare i farmaci salvavita. Lo ripetiamo da 25 giorni, la pietà in Valle Caudina è morta.
P.V.