Valle Caudina, i Cinque Stelle: lavoro nero, serve battaglia culturale
Riceviamo e pubblichiamo.
Dalle pagine dei media locali (Il Caudino on line del 18/10/2019) ci ha colpito una testimonianza di una giovane imprenditrice che lamenta la concorrenza sleale di chi esercita in nero la sua stessa professione.
Non c’è confronto tra i costi che sopporta un operatore economico regolare e quelli – inesistenti – di chi si nasconde allo Stato. Tasse, oneri previdenziali, assicurativi e assistenziali, tributi locali, spese per consulenze e supporto di professionisti in materia fiscale, di sicurezza, previdenziale ecc.
Non c’è confronto tra il contributo – positivo – che alla società apporta un imprenditore o artigiano “in chiaro” che crea lavoro, versa tasse e tributi, rispetta regole e norme (con enorme fatica) a tutela di tutti.
Le attività in nero sono da troppo tempo considerate – secondo una corrente culturale non secondaria – una risorsa, una sorta di ammortizzatore sociale, giustificato dallo Stato troppo esoso, dai controlli e vincoli eccessivi, dalla burocrazia insopportabile …
Ebbene è tempo di superare una visione così schematica che se mantenuta contribuisce e contribuirà alla desertificazione economica e al complessivo impoverimento del territorio.
Lasciamo da parte complicate considerazioni di impatto sui sistemi economico-imprenditoriale, sociale, fiscale e previdenziale del “nero” e guardiamo a considerazioni più prosaiche.
La giovane imprenditrice che ha investito sul proprio lavoro (e futuro) ha introdotto un meccanismo che produce valore direttamente e indirettamente per il territorio. E’ per questo, anche solo per questo, che sindaci, assessori e consiglieri dovrebbero dare un immediato segnale e prendere in carico la questione, anche perché è un vantaggio avere in casa propria chi sa creare lavoro (e contribuire alla fiscalità locale).
D’altra parte, chi opera in nero è sicuramente causa di costi inaccettabili per la collettività. Ad esempio, come possono smaltire i rifiuti della propria attività quei soggetti che lavorano in nero in settori quali l’edilizia (tanto amianto in giro come si spiega?) o la meccanica (es. a Roccabascerana scoperta una discarica abusiva di pneumatici).
La tutela del lavoro regolare è una priorità per le nostre zone e questo passa per una crescente azione di superamento e, dove necessario, di contrasto, al lavoro nero cosa che impegna – ha ragione la giovane imprenditrice – in primo luogo Sindaci, Uffici e amministrazioni locali. Sono questi – gli eletti dal popolo – che devono cambiare approccio e rinnovare radicalmente una cultura amministrativa anche sfidando l’impopolarità tra quanti fanno il “nero”, perché si tratta di tutelare primariamente i tanti rispettosi delle “regole del gioco” che sono tra quelli che sicuramente portano valore alla nostra società caudina.
Coordinamento Caudino M5S