Valle Caudina: il ricordo di padre Antonio Tommaselli
Una dolcezza infinita, un sorriso aperto e accogliente. Padre Antonio Tommaselli era così, un uomo mite, con l’animo fortificato da una fede granitica. Era un frate francescano e quel povero saio sembrava essere stato cucito apposta per lui.
Del Poverello di Assisi aveva sposato in pieno tutta la sua filosofia ed aveva gioito con il cuore quando un pontefice aveva scelto di portare il nome di quel santo.
Sapeva parlare a tutti e con tutti, non si sottraeva al confronto e soprattutto aveva la dote speciale di capire le ragioni degli altri. Sapeva scherzare e spesso le sue prediche erano camuffate da fatti buffi, che strappavano un sorriso. Proprio per questo motivo per tanti giovani, di più di una generazione, era diventato un padre spirituale.
Il convento francescano di Montesarchio, durante la sua permanenza in Valle Caudina, era diventato una palestra di formazione, un cenacolo spirituale e di libertà creativa. Padre Antonio viveva nel mondo, conosceva, si informava e, sino alla fine dei suoi giorni, ha portato a compimento la sua missione, quella di evangelizzare. Portava la parola di Dio a tutti e chiedeva al Signore di capire e perdonare tutti, anche quelli che gli avevano girato le spalle. Lo ricordiamo con quel suo sorriso bonario e con un raffreddore eterno che da decenni non lo aveva mai lasciato. Ci lascia un uomo buono, un costruttore di pace, ora sarà arrivato in cielo e scuramente continuerà da lassù a guardare e a guidare i suoi figli. Gli sia lieve la terra.