Valle Caudina: in ricordo del “conte” Carmine Martino, ucciso dal covid a 61 anni

Redazione
Valle Caudina: in ricordo del “conte” Carmine Martino, ucciso dal covid a 61 anni
Valle Caudina: in ricordo del "conte" Carmine Martino, ucciso dal covid a 61 anni

Valle Caudina: in ricordo del “conte” Carmine Martino, ucciso dal covid a 61 anni. Carmine Martino, ultima vittima incolpevole di Covid 19 in Valle Caudina, lascia senza respiro tutti, perché la morte per quanto mai accettabile, giusta o per i tempi matura, resta in questo caso insopportabile e direi … disonesta.

La conoscenza diretta

Conoscevo direttamente Carmine, essendo noi residenti nello stesso condominio di Tufara Valle, ma ancor prima lo conoscevo per età, frequentazioni e interessi comuni.Lui era una persona speciale in termini di lealtà, correttezza, trasparenza, fino al punto da assumere talvolta toni torreggianti o polemici e pertanto non condivisibili. Passata la buriana, era sempre lui a riavvicinarsi con sorriso accattivante per riconciliarsi e ritrovare la piena amicizia.

Questi atteggiamenti estemporanei avevano fatto di Carmine un personaggio caratteristico, frequentemente interprete di episodi di coerenza e sempre paladino dei diritti calpestati: una vera antologia di vita, anche nelle sue sfumature più grottesche.

Valle Caudina: in ricordo del “conte” Carmine Martino, ucciso dal covid a 61 anni

Lo scorso anno, proprio in questo periodo di pieno look down, raggiungevamo quasi ogni giorno le colline di Ripabianca per raccogliere asparagi ma soprattutto, sfidando i ferrei controlli di allora, per stigmatizzare la nuova peste che aveva fermato la vita di tutte le persone.

Carmine era molto scettico su quanto stava accadendo e non si rassegnava all’idea di non riuscire più a lavorare da lungo tempo. Lui, agente di commercio, si sentiva soffocato dall’economia ferma e dal chiuso dell’abitazione …

In estate, si era finalmente sentito appagato dall’ottimismo della ragione, con la fine – secondo le sue previsioni – dell’epidemia. E invece quella è tornata, più agguerrita ed aggressiva di prima, addirittura è sbarcata nel nostro palazzo di Tufara e l’ha contagiato personalmente.

Per giorni ha rifiutato l’idea di essersi ammalato di Covid, nonostante le premure dell’adorabile moglie Natalia, che è stata l’unica ad aver immediatamente intuito la gravità del malessere.

Il penoso calvario

Quando la situazione si è delineata, il maledetto Covid aveva già rovinato i suoi polmoni e al Moscati di Avellino Carmine, dopo un penoso calvario, è finito.

C’è ora un’infinita tristezza intorno a noi, c’è tristezza nel condominio “Gli Oleandri” dove proprio Carmine in tenuta da scafandro ha provveduto nei mesi precedenti a sanificare ogni angolo.

Direi inutilmente, visto che l’invisibile alla fine ha attaccato proprio lui e l’ha portato alla morte. Carmine, per il suo stile di vita, l’ordine e la sobrietà del portamento, era conosciuto soprattutto con il nome di “Conte”.

Il volto pulito

Di lui ci rimangono il volto pulito, la correttezza dell’agire, l’amore per la famiglia, le arringhe sfegatate per il suo Napoli e tanto altro ancora.

Desiderava ancora tanto vivere ma questo gli è stato negato. Nella sua vita non ha mai incrociato la fortuna, quella che per intenderci arride spesso le persone con scarsi ideali, ma anche nei momenti di difficoltà è rimasto comunque uomo di dignità e di coerenza.

Buon viaggio, carissimo Conte Carmine. FEDERICO ZOLLO