Valle Caudina, la mia Odissea per arrivare da Airola a Napoli

Il Caudino
Valle Caudina, la mia Odissea per arrivare da Airola a Napoli
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante la presentazione del primo treno del secondo lotto dei Treni Jazz per le tratte regionali prevalentemente nella Citta' Metropolitana di Napoli e sulle linee verso Salerno e Caserta, nella stazione Centrale di Napoli, 4 dicembre 2018 ANSA / CIRO FUSCO

Riportiamo una lettera che Gianni Diodato, cittadino di Airola, ha inviato all’Eav, ai sindaci dei comuni di Benevento e Airola e al nostro quotidiano per raccontare il suo “viaggio della speranza” per raggiungere Napoli da Airola con un trasporto pubblico. 
Una vergogna che ci lascia esterrefatti; così come è per noi incomprensibile l’indifferenza dei politici a questo gravissimo problema. Ecco il testo della lettera: 

Trent’anni fa ho lasciato il mio paese di origine per motivi di lavoro; da allora ho abitato indiverse città d’Italia, prima da single e dopo con mia moglie e mio figlio. Fino a 3 anni fa, anno in cui abbiamo deciso di rientrare al nostro paese di origine; forti dell’esperienza accumulata negli anniprecedenti, trasferendo tutti i nostri interessi ad Airola, paese che avevo lasciato 30 anni prima. Durante i primi periodi ci hanno assalito tanti dubbi, sul nostro futuro e su quello di nostro figlio, come conseguenza della nostra scelta, che a molti è apparsa azzardata. Per noi no, proprio perché avevamo acquisito quelle conoscenze che ci hanno permesso di valutare con maggiore serenità vantaggi e svantaggi della scelta da compiere.

Negli ultimi 40 anni, ovviamente, la Nostra Valle Caudina si è trasformata profondamente, soprattutto a causa della crisi economica, che ha visto morire quelle poche installazioni industriali,che avevano alimentato l’economia locale per anni. Ciò era noto.

Questa premessa scaturisce dai pensieri che hanno pervaso la mia mente durante gli interminabili minuti trascorsi, ieri sera dalle 19:30 alle 20:15, in attesa di un autobus che mipermettesse di raggiungere Napoli. Certo di dover prendere l’ultimo treno da Airola a Napoli, alle ore 19:30 ho raggiunto la stazione ferroviaria; all’interno della stazione e negli spazi esterniadiacenti, in totale stato di abbandono, regnava la desolazione; tra i numerosi avvisi esposti ne ho intravisto uno che comunicava la soppressione del treno delle 19:39 per Napoli, sostituito da servizio autobus. Poco male; ho raggiunto la vicina fermata. Ho atteso 45 minuti prima di veder spuntare il primo che andava a Napoli. Con mia sorpresa, salito a bordo, scopro che non era quello atteso (ovvero servizio sostitutivo); mi è stato richiesto un biglietto diverso da quello in mio possesso, che mi avrebbe permesso di raggiungere Napoli in treno! Nuovo biglietto che,

ovviamente, ho acquistato; considerato il tempo trascorso, non potevo rischiare di non riuscire araggiungere Napoli…

Il tono scelto per la presente non è quello polemico, ma narrativo; volutamente.

Trascrivendo i mie pensieri di ieri sera, intendo esortare le Aziende di trasporto che operano sul territorio ad una maggiore attenzione ai servizi offerti. Sono stato, e lo sono ogni week end, testimone di un servizio necessario, perché richiesto dai cittadini; ieri sera erano presenti con me alla fermata, poi salite a bordo, altre 5 persone, tutte paganti!

Esortazione simile la rivolgo alle Amministrazioni locali, a cui chiedo uno sforzo maggiore ed una collaborazione sempre più attiva con le Aziende. A Loro mi preme ricordare che il sistema delle infrastrutture di trasporto viene paragonato al sistema nervoso: funziona bene quando assicura scambi veloci tra le varie parti del corpo (del territorio) e quando è guidato dalla testa (una strategia). I Nostri Amministratori devono abbandonare l’idea di “individualismo infrastrutturale”, in cui spesso le scelte rispondono ad interessi particolaristici e a pressioni elettoralistiche; occorre seguire una strategia comune, per raggiungere gli obiettivi posti. La mancanza di infrastrutture adeguate metterebbe in crisi qualsiasi tessuto sociale; poi non ci lamentiamo se i giovanicontinuano a lasciare le nostre zone…

L’Italia è conosciuta anche con il nome di “Bel Paese”. Con le sue opere d’arte emonumenti di altissimo valore artistico è un vero e proprio museo a cielo aperto, fonte diricordi indimenticabili per tutti coloro che la visitano. C’è tantissimo da godere, dalle città d’arte più famose ai numerosi paesetti spesso poco noti ma bellissimi, dalle spiagge ai luoghidi campagna, alle regioni montuose e alle zone lacustri. Visitare il Paese significa non solo entrare in contatto con il suo passato, ma anche vivere il presente di una varietà infinita di culture, dialetti, gastronomie, di tradizioni ora simili oramolto differenti l’una dall’altra, ma accomunate dalla loro appartenenza a questa terra meravigliosa ed unica (cit.).

Certo di aver collaborato ad un miglioramento dei servizi offerti dalle Aziende del Settore, in collaborazione con le Amministrazioni locali; testimone dei limiti posti da infrastrutture poco adeguate, ma che mi preme segnalare per provare ad offrire un futuro migliore alle generazioni future.

Gianni Diodato