Valle Caudina: la replica del parroco di Pannarano
Riceviamo e pubblichiamo.
Alla Redazione del Caudino
In riscontro all’articolo pubblicato su questo giornale in cui la parrocchia è stata additata di irresponsabilità per avere celebrato una “messa del contagio” si replica quanto segue. La parrocchia si è attenuta pedissequamente alla nota del Viminale del 27.03.2020, fatta avere alla CEI – segreteria generale – consapevole della limitazione di diritti costituzionali quali la libertà di culto e di circolazione.
Ebbene, fermo l’obbligo del distanziamento (puntualmente rispettato nel nostro caso), la nota rileva che la celebrazione sia tenuta a porte chiuse (cosa avvenuta nel caso in questione), “con la partecipazione limitata ai celebranti (cioè anche più di uno), al diacono, al lettore, all’organista, al cantore e gli operatori per la trasmissione” .
La nota continua affermando che le persone coinvolte nella celebrazione all’esibizione dell’autocertificazione prescritta potranno giustificare la propria condotta nel senso di ritenere il “servizio liturgico come comprovata esigenza lavorativa”. (Nota del 27.03.2020).
L’ordinanza della regione Campania del 03.04.2020, “raccomanda” alle diocesi di sospendere ogni manifestazione in luogo pubblico o privato aperto al pubblico. E la Chiesa Parrocchiale era, è ed è stata rigorosamente chiusa: del resto l’uso del termine “raccomandare” suggerisce anche siffatta interpretazione.
Ebbene ogni partecipante aveva con sé l’autocertificazione nella quale ognuno ha dichiarato di non essere positivo al Covid 19, ed infatti nessuno dei partecipanti accusa o ha accusato malesseri: e la partecipazione all’eucarestia da parte dei celebranti avveniva proprio nell’ottica di tale autoresponsabilità.
Sull’uso della mascherina va premesso che non vi è pacificità: ed infatti le celebrazioni liturgiche in TV sono tenute senza mascherina, e finanche in parlamento si parla senza mascherina. Nel nostro caso la mascherina veniva tolta solo nell’occasione della lettura delle formule e del rito. In riferimento a quanto sopra, si ritiene, quindi, di non passare come “untori” e giammai di essere additati come responsabili di contagio alcuno. Si confida pertanto nella rettifica dell’articolo.
Il parroco, Don Michele Sbordone
(N. d. R.) Il parroco ci chiede, dall’alto del suo pulpito, di rettificare l’articolo da noi pubblicato dal titolo “Valle Caudina: la Messa del contagio?”.
Caro don Michele, non crediamo che l’articolo vada rettificato in quanto l’articolista ha riportato un fatto di cronaca, senza manipolare la realtà, come d’altra parte lei stesso non contesta. La celebrazione della messa c’è stata. Sappiamo bene che la norma lo consente, anche con la presenza di persone addette alla funzione, ne abbiamo parlato ampiamente sul nostro giornale.
Quello che l’articolista mette in risalto, dopo aver visionato l’intero filmato della celebrazione, è che non sono state osservate le norme che obbligano a tenere una distanza fra le persone e ad usare dispositivi di sicurezza come mascherine e guanti. Addirittura i celebranti, lei compreso don Michele, senza mai aver indossato mascherine, hanno intinto l’ostia nello stesso calice senza curarsi minimamente di osservare le distanze di sicurezza. Poi, come si vede dalle foto è stata data l’ostia consacrata a due fedeli, che erano anche i lettori (ma non doveva essere uno solo, come scrive lei?), senza tener conto della raccomandazione di non darla direttamente in bocca, ma di poggiarla sulle mani dei fedeli.
In quanto alla autocertificazione di non essere colpiti dal Covid-19, ne siamo lieti. Evidentemente rientrano fra i pochi fortunati che hanno potuto fare il tampone e risultare negativi. Speriamo solo che non rientrino fra i portatori sani che come ci dicono le cronache sono quelli più pericolosi per il diffondersi dell’epidemia.
Tanto è vero che la maggior parte di noi è costretta in casa, qualcuno già da più di un mese, proprio per evitare contagi, non sapendo se si è portatori sani oppure no. Ma non vogliamo fare noi i giudici, spetta ad altri ravvisare se ci siano stati comportamenti “leggeri”, noi registriamo solo la cronaca.
Vogliamo concludere, senza nessuna vena di polemica, con le parole di Papa Francesco a proposito dell’Eucarestia: “Uniti a Cristo non siamo mai soli, ma formiamo un unico Corpo, di cui Lui è il Capo. È un’unione che si alimenta con la preghiera, e anche con la comunione spirituale all’Eucaristia, una pratica molto raccomandata quando non è possibile ricevere il Sacramento”.