Valle Caudina, la storia del pellegrino: quando Padre Pio ” segnò ” la testa di mio nonno
” San Riccardo diceva: Il turista è chi senza peso ne direzione passa. Il camminatore invece è chi caricato lo zaino inizia a camminare. Ma è Pellegrino colui che oltre a cercare sa anche inginocchiarsi quando necessario”.
Sono le parole di Tommaso Faiella, il pellegrino, partito da Pietrelcina e diretto verso Roma, per pregare sulla tomba di San Pietro, Lo abbiamo contattato, grazie al vice sindaco di San Martino Valle Caudina, Franco Capuano, suo amico e collega all’Alto Calore Servizi e gli abbiamo chiesto di raccontare la sua storia.
“Delle tre cose, scrive Faiella, io credo di essere un camminatore, ma passo dopo passo mi accorgo che riesco anche ad inginocchiarmi quando è necessario. Tant’è che mi sono inginocchiato davanti al l’interessante santuario dei Santi medici Cosma e Damiano e della Madonna del Bagno di Cervinara.
L’indifferenza, sottolinea il pellegrino, è diventato un male intrinseco dei nostri giorni, a tal punto che quando ricevi attenzioni non riesci a capacitartene entrando così in “modalità diffidenza”. Tutto questo però non l’ho percepito nel momento in cui sono arrivato davanti al santuario dei santi medici Cosma e Damiano e della Madonna del Bagno quando a venirmi incontro è stato il tutore della chiesetta,Fabio Marchese. Infatti ho immediatamente percepito quanta gratificazione provasse “Fabio” nel vedermi invitandomi cosi subito ad entrare aprendomi la chiesa, e facendomi sentire una persona per lui speciale. Chiesa ricca di reperti archeologici sacri, che il preparato Fabio ha saputo ben descrivere e illustrare. Tutto questo mi ha dato ancor più forza e speranza, sia per il mio cammino, che ha come meta la tomba di San Pietro a Roma nell la città del Vaticano, ma ancor più che l’uomo è ancora capace di amare e accogliere il prossimo”.
La famiglia di Tommaso è una delle tante che ha ricevuto un miracolo da San Pio ed il pellegrino ci ha voluto raccontare quell’incredibile episodio.” Parto da Pietrelcina, ci racconta Tommaso, e come dicevo percorrero’, con l’aiuto di Padre Pio la via francigena. E si, essendo Pietrelcinese non posso che affidarmi a lui. Non mi lascia mai solo. Vi racconto una storia legata al santo e alla mia famiglia che mi raccontava mia nonna sperando di fare cosa gradita ai lettori.
Nel 1958 nasce mio zio “Peppino”, all’anagrafe FAIELLA GIUSEPPE. Nei primi mesi di vita Zio “Peppino” ultimo di otto figli, per problemi di salute viene visitato dal dottore di famiglia. La diagnosi fu spiacevole, non gli lasciò molte speranze di vita. dopo qualche mese Zio “Peppino” rifiutava il cibo e perdeva giorno dopo giorno peso. la diagnosi a quel punto sembrava giusta. Mia nonna Vincenza (cuore di mamma) non si arrese, e chiese al marito (Nonno Tommaso) di accompagnarla a S Giovanni Rotondo, affinché l’allora Padre Pio potesse benedirlo e, per intercessione, perché no, miracolarlo.
Nonno Tommaso non era poi così convinto che andando a S. Giovanni Rotondo avesse potuto avere l’onore di avvicinare l’ormai già noto Padre Pio, e in modo burbero le disse: “andiamo, ma guai a te se non riusciamo a farlo benedire da Padre Pio!”. Come volevasi dimostrare, arrivati a S. Giovanni Rotondo raccontava Nonna, c’ era tanta di quella gente, che quasi si soffocava, però l’unico obiettivo per lei era quello di attendere l’uscita di Padre Pio e sperare almeno che lo toccasse. Finalmente il Santarello di Pietrelcina esce, la folla inizia ad agitarsi, mia nonna col piccolo in braccio però anziché avanzare verso Padre Pio indietreggiava sempre più sospinta dalla folla. Esausta tra le lacrime mormorò: sia fatta la volontà di Dio e non la mia, innalzò il piccolo “Peppino” sorreggendolo per le braccia onde evitare che venisse schiacciato dalla folla e lasciò che venisse sospinta fino alla porta. Ad un certo punto però, il Frate con le stimmate iniziò a fissarla; mia nonna incredula continuò ad indietreggiare fino a quando poi l’ormai vecchio Padre Pio col suo cordone allontanò la folla dicendo: fate avvicinare quella donna, quella è una mia paesana. Mia Nonna si guardò intorno, per accertarsi che fosse l’unica Pietrelcinese. Padre Pio stava chiamando lei. Si avvicinò velocemente facendosi facilmente largo tra la folla. Arrivatagli vicino, Padre Pio poggiò sulla testa dell’ancora vivo e vegeto Zio “Peppino”tre dita in segno di benedizione. Di quelle tre dita poste sulla testa del piccolo “Peppino” ancor oggi si intravedono tre ciocche bionde. (Storia riportata nei documenti agli atti nella causa di beatificazione di P.Pio)”.
Il racconto del pellegrino termina qui. Non possiamo chiedergli altro, lui deve riprendere il cammino, la tomba di San Pietro attende le sue preghiere.