Valle Caudina: l’aumento degli attentati incendiari, spia di un fenomeno sempre più preoccupante

Redazione
Valle Caudina: l’aumento degli attentati incendiari, spia di un fenomeno sempre più preoccupante

L’ultima in ordine di tempo è stata l’auto di un sacerdote, distrutta dalle fiamme. Sull’episodio, gli inquirenti ancora non si sbilanciano ma qualsiasi poliziotto direbbe che le auto non si incendiano da sole.

Prima era toccato ad avvocati, ad imprenditori ed anche a comuni cittadini. Non si può in alcun modo dire che si tratti di un’unica regia, in quanto sono coinvolti paesi diversi e storie diverse. Nella maggior parte dei casi si tratta di richieste estorsive che le vittime non denunciano.

Anche se facciamo finta di nulla, in Valle Caudina la criminalità organizzata esiste e continua a fare ottimi affari. Cambia pelle, questo è certo, sa sempre adeguarsi ai mutamenti. Non tratta più droga in quanto sarebbe troppo sotto i riflettori e si occupa soprattutto di usura.

Ma, gli attentanti incendiari non riguardano solo la camorra.  In diversi episodi  centrano questioni private, piccoli dispetti, vendette per presunti torti subiti. La cosa certa è che in Valle Caudina nell’anno 2019 sono sempre di più  i fuochi che si levano nella notte per far male a qualcuno. Si da fuoco ad auto in sosta, a mezzi pesanti. alle porte di abitazioni. Non passa mese, a volte non passa settimana, in cui questi episodi conquistano gli onori della cronaca, quella nera, naturalmente. Spiace constatare che, a fronte dell’aumento di questi attentati, non venga individuato mai un solo responsabile.

E’ vero che non si può avere un agente di polizia o un carabiniere ad ogni nostra porta, ma è anche vero che il sistema di prevenzione sul territorio non da i risultati speratii. Lo si constata con i furti ed ancora di più con questi roghi. Facciamo mente locale, per incendiare un’auto, è necessario andare in giro con bottiglie o latte di benzina o altro liquido infiammabile. Possibile che mai una sola auto, durante le ore notturne, venga fermata o insospettisca le pattuglie in servizio?  Purtroppo, la verità è un’altra. C’è poco coordinamento tra le forze dell’ordine che agiscono nei  paesi irpini della Valle e quelle che lavorano nei centri sanniti. Eppure, la criminalità non ha certo confini geografici di qualsiasi tipo. Mica si preoccupa di agire nel Sannio o in Irpinia.

Certo, si dirà, con gli impianti di videosorveglianza le cose possono cambiare in meglio. E’ vero, le telecamere sono un ottimo deterrente, ma la loro efficacia è valida quando il reato è stato commesso. Torniamo, quindi, al punto di partenza che è quello della prevenzione sul territorio e del coordinamento tra le forze dell’ordine. Se ciò non dovesse ancora mancare, non ci resta altro che continuare a contare i roghi e pregare di non entrare noi nel mirino di qualcuno.