Valle Caudina: l’importanza del dibatitto politico, lettera aperta di Giovanbattista Teti
Valle Caudina: l’importanza del dibatitto politico, lettera aperta di Giovanbattista Teti. Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Egregio direttore,
era da tempo che meditavo di sottoporLe queste modeste riflessioni relative alle vicende amministrative e alle generali condizioni di vivibilità, nonché alle prospettive future del mio paese, con il quale Lei, ovviamente, intrattiene da tempo continui e cordiali rapporti di frequentazione “giornalistica” e non.
Profondo legame con il giornale
E la cosa cui accennavo, era per me molto sentita, non fosse altro per il profondo legame che mi unisce al suo giornale, testata storica della stampa locale caudina che ha visto noi adolescenti degli anni Ottanta prima liceali, poi universitari, infine professionisti e, ahinoi, padri di famiglia dai capelli brizzolati. Mi fermo qui con i sentimenti e la nostalgia, anche se si potrebbe continuare a lungo e vengo al sodo, direttore!
Vorrei, senza approfittare minimamente della sua generosità e del suo garbo e senza, altresì, trascinarLa nella maniera più assoluta nelle comuni vicende sammartinesi, suo tramite, sollecitare un minimo di dibattito “politico – amministrativo” su San Martino Valle Caudina, dal momento che, a mio modesto modo di vedere, il predetto dibattito ha perso, negli ultimi tempi, il pur esiguo “mordente” e la più assoluta “animosità”, fatta eccezione per qualche magro e autocelebrativo tentativo degli ultimi giorni, caratterizzato più da annunci e propaganda che da sostanza e concretezza.
Direttore egregio, San Martino langue, l’economia è in pieno affanno, il centro storico vive un atavico e doloroso periodo di abbandono, con altre case che vanno via chiudendosi, così come le periferie, le quali scontano da sempre, e non meno negli ultimi tempi, una cronica condizione di “assenza” nell’agenda di chi di dovere.
Non si coglie prospettiva alcuna di contrasto alla denatalità o allo spopolamento in genere, eppure in materia la legislazione c’è, ma evidentemente la sua applicazione viene puntualmente e sistematicamente disattesa.
I giovani, anche quelli con grado di istruzione più alto, hanno difficoltà a trovare lavoro e a costruirsi una prospettiva di lungo periodo in loco; i pochi “coraggiosi” commercianti fanno sempre più fatica ad andare avanti, stesso discorso vale per le imprese e le (pochissime) attività produttive.
Non esiste una minima idea di sviluppo a breve/medio termine, una “visione” che possa “riaccendere un barlume di speranza”; l’agricoltura, l’artigianato, il territorio montano, il turismo (per ora solo virtuale) non offrono opportunità allettanti a chi, magari, volesse “investire” su di essi per il proprio avvenire. Come uscirne?
Confidando sulla riattivazione della Benevento – Cancello, (che sarebbe dovuta entrare a buon diretto nel progetto “Alta Capacità”, con raddoppio del binario sulla nuova direttrice Napoli – Bari, ed è rimasta esclusa) sul completamento dell’asse attrezzato Paolisi – Pianodardine (quando?) e sul “Masterplan” per lo sviluppo integrato della Valle Caudina? Dubitare, credo, direttore, sia, oggettivamente opinabile, ma legittimo.
Detto questo, Lei potrà pensare che sono un “pessimista cronico”, ma le assicuro che non è così; per indole e per formazione culturale, mi creda, sono un sostenitore convinto del progresso e degli strumenti ideali per realizzarlo, quali la tenacia, l’ambizione, la progettualità.
Scetticismo sugli attori
Tuttavia, faccio più fatica, al contrario, a credere negli “attori” che dovrebbero promuoverlo e, sinceramente, riconosco che da questo punto di vista, un pizzico di autocritica sia doveroso da parte mia, in quanto, fatta salva una breve parentesi dovuta alle vicende lavorative, a San Martino ho vissuto molto e mi auguro di poterci vivere ancora a lungo.
Mi fermo qui, direttore! E augurandomi di non averLa tediata, ma di avere, al contrario, suscitato la sua viva e sensibile curiosità, così come quella degli attenti, appassionati e numerosi lettori del suo lucido e prezioso giornale, La saluto cordialmente e La ringrazio.
Prof. Giovambattista Teti
La risposta del direttore
Egregio professore, innanzitutto grazie per le parole di stima che ha voluto riservare al giornale che dirigo. Sopratutto grazie per il riconoscimento che gli viene attribuito come strumento per analizzare i problemi, suscitare la discussione e, magari, cercare di trovare la soluzione.
Lei lamenta e denuncia una mancanza assoluta di dibattito politico. Questa non è una carenza solo di San Martino Valle Caudina. Purtroppo, la Valle Caudina, come tutto il resto del paese, sembra essere in preda ad uno strano fenomeno che io mi permetto di chiamare silenzio post elettorale. In buona sostanza, “la politica”, il dibattito si risveglia solo un mese prima della campagna elettorale per l’elezione del sindaco, dura tutto il periodo elettorale.
Il silenzio assordante
Poi, una volta eletta la fascia tricolore. cala il silenzio. Certo, ogni tanto si assiste a qualche iniziativa dell’opposizione o, a volte, qualche cittadino si rivolge a noi per denunciare un presuto torto, chiedendo, purtroppo, sempre l’anonimato, ma per il resto, nelle nostrea contrade piomba un silenzio assordante che dura cinque anni.
Ripeto, non si tratta di un fenomeno solo sammartinese o caudino, ma, in questo caso, non credo che il mal comune sia un mezzo gaudio. Riprendere a discutere di politica, non di uomini, dibattere nelle sezioni, dove ci sono ancora, o nelle piazze, coinvolgere i giovani, sarebbe una scossa di cui la nostra democrazia avrebbe veramente bisogno. Mi creda, caro professore, una cittadinanza attiva aiuta anche il governo, sia quello locale che quello nazionale.
Abbiamo pubblicato volentieri le sue osservazioni, il suo grido di dolore, nella speranza che questa missiva possa suscitare un dibatitto, anche veemente, che Il Caudino sarebbe davvero onorato di ospitare.