Valle Caudina: se i preti non possono parlare più…
Cervinara, Luzzano e ora San Martino. Da qualche tempo in Valle Caudina, indipendentemente dalla diocesi di appartenenza, si registrano casi sempre più evidenti di “fedeli” che attaccano i propri sacerdoti. Succede in maniera chiara e diretta, come i manifesti affissi ieri a Luzzano e a San Martino contro i rispettivi parroci.
E succede sottotraccia come a Cervinara, dove il malcontento delle persone è “nascosto” nelle dicerie da bar.
Il nostro giornale è sempre stato molto critico nei confronti dei preti. Notiamo, però, che ultimamente ci sono attacchi anche pretestuosi nei confronti dei sacerdoti. Si va dal loro “carattere” a come intendono la gestione della parrocchia. Insomma, l’insofferenza della gente è palpabile.
Tutto ciò, a nostro modesto parere, non è più tollerabile. Chi si reputa cristiano dovrebbe attenersi di più ai comandi evangelici in cui, ad esempio, Gesù invita “a pregare affinché il Signore mandi più operai per la propria messe”.
La carità cristiana tanto invocata andrebbe esercitata anche nei confronti dei sacerdoti i quali, come tutti, sono pur sempre degli uomini e pertanto possono sbagliare. Lasciarli soli, non pregare per loro, favorire il contrasto e la calunnia, l’inciucio, uccide le comunità ecclesiali.
Ad esempio, San Paolo ricorda, nella prima lettera ai Corinzi, di “essere tutti unanimi nel parlare affinchè non vi siano divisioni tra di voi ma vi sia perfetta unione tra pensieri ed intenti”.
L’unità costa sacrifici per tutti. Chiederli solo ai sacerdoti non è cristianamente accettabile. Allo stesso tempo, però, bene farebbero alcuni preti ad essere meno presi dal loro ruolo e più pastori; ad essere meno feudatari ma più in mezzo alle persone. E, non dimentichiamo una cosa fondamentale: i Vescovi dovrebbero avere parole chiare nei confronti di situazioni che rischiano di esplodere.
La concordia esiste solo nella preghiera e nella comprensione. Non nei manifesti.