Valle Caudina: San Gennà, futtitenne…

Redazione
Valle Caudina: San Gennà, futtitenne…

Valle Caudina. San Gennaro scioglie il sangue ed è un miracolo. Chi lo giudica in maniera razionale, commette un errore di prospettiva.
Chi scrolla le spalle con sufficienza derubricandolo a “folklore” napoletano, dimostra miopia culturale.
Per capire il miracolo, bisogna camminare nei vicoli stretti, respirare il mare che si apre all’improvviso davanti ai tuoi occhi, assaggiare i mille gusti di una città da sempre unica e da sempre odiata o amata.
Napoli non ammette mezze misure, sfumature: Napoli è oppure non è.

È la città dei sangui, dei mille miracoli

È la città che più di tutti aspetta un redentore, ma nell’attesa i napoletani provano a campare al meglio.
Per capire il miracolo di San Gennaro bisogna provare la precarietà di un luogo sospeso tra il Vesuvio e il Mediterraneo, tra le nuove tecnologie del futuro e l’ingresso dell’inferno, tra il principe di Sangro e la ricerca avanzata.
L’amore per San Gennaro è viscerale e disincantato. Come dimenticare la frase scritta sulle mura della città all’indomani del Concilio Vaticano Secondo che declassò il culto del Santo a fenomeno locale?
Un genio scrisse: San Gennà, futtitenne…
Ecco, solo in questo modo si può comprendere il senso del sangue che si scioglie. A chi importa se è vero, falso, possibile o impossibile?
Per tutti resta “‘o miracul”.
Perché come diceva Totò nel capolavoro Operazione San Gennaro: “Dudù, noi a Napoli campiamo solo di miracoli!”

Angelo Vaccariello