Valle Caudina, Sorrentino: Autocompostaggio per tagliare il costo dei rifiuti
La proposta di Francesco Sorrentino, consigliere comunale del Pd.
Si tratta di trasformare l’umido prodotto in terriccio direttamente in casa o attraverso dei centri di compostaggio di quartiere. Le ultime novità legislative (L. 221 del 28/12/2015) hanno ampliato le possibilità di gestione della frazione organica prodotta a scala urbana, prevedendo nuovi modelli di trattamento: dall’autogestione dell’autocompostaggio e del compostaggio di comunità, alla gestione del rifiuto in piccoli impianti nel caso del compostaggio a piccola scala (o locale), fino alla gestione in medi o grandi impianti per il compostaggio industriale. Tutti i rifiuti gestiti con questi modelli di trattamento entrano nel computo della percentuale di raccolta differenziata, della quota di avvio a riciclo e della quantità di rifiuti biodegradabili sottratta a smaltimento. La Regione Campania ha colto le nuove indicazioni normative emanando un bando per il compostaggio di comunità per il trattamento della frazione organica dei rifiuti. Ora la parola passa ai Comuni, singolarmente o associati, possono farne richiesta per gestire direttamente il servizio nel territorio. I costi, comprensivi della gestione del personale qualificato, sono a carico dell’Ente regionale. Le apparecchiature fornite saranno di dimensioni ridotte e adattate alle esigenze delle piccole comunità. Sono stati, infatti, ipotizzati due diversi tipi di impianti: T2 con capacità di trattamento di 60 tonnellate all’anno, tarato su circa 660 persone e T3 adatto a comunità che producono 130 tonnellate all’anno, per una popolazione di 1500 persone. Si tratta di un primo provvedimento che punta all’autosufficienza delle comunità nel trattamento dell’organico, in attesa della realizzazione degli impianti di compostaggio di grossa taglia previsti dal nuovo Piano Regionale dei Rifiuti Urbani. In questo modo si potrebbe anche superare la situazione di emergenza nello smaltimento dell’umido in cui le comunità si sono trovate negli ultimi giorni. Se ci caliamo nella nostra realtà, possiamo osservare che il Comune di San Martino con una popolazione di 4.900 abitanti circa produce oltre 37 mila tonnellate di umido ogni anno (fonte ORR Campania dati 2015). Il costo dello smaltimento di detti rifiuti in discarica è di 125 euro per tonnellata. Coplessivamente Irpiniambiente Spa gira all’ente Comune oltre 73 mila euro ogni anno. Circa il 10% del costo complessivo del servizio. Per legge inoltre i benefici derivanti dall’autocompostaggio e dal compostaggio di comunità devono essere riconosciuti direttamente ai contribuenti con una riduzione della tassa. Appare evidente come una iniziativa volta a realizzare un impianto di compostaggio di comunità oltre che all’utilizzo delle compostiere da parte delle singole famiglie può migliorare la raccolta e ridurre i costi in breve tempo. Risulta necessaria, da parte dell’amministrazione, ma anche degli altri soggetti politici attivi sul territorio, al fine di verificare la effettiva fattibilità dell’iniziativa, avviare un’attività di discussione e di condivisione con la comunità locale. Si potrebbe cogliere una buona opportunità.