Valle Caudina: terapie negate ad un 16enne attaccato ad un respiratore

Redazione
Valle Caudina: terapie negate ad un 16enne attaccato ad un respiratore
Valle Caudina: terapie negate ad un 16enne attaccato ad un respiratore

Valle Caudina: terapie negate ad un 16enne attaccato ad un respiratore. Non si sarebbe mossa da lì ed avrebbe chiamato anche i carabinieri. Suo figlio da una settimana non riceve le terapie di cui ha un assoluto bisogno.

Distrofia di Duchenne

Il figlio ha sedici anni, ma non si tratta di un ragazzo normale perché soffre di distrofia muscolare. Di una forma particolare ed insidiosa che si chiama Distrofia di Duchenne.

Questo vuol dire che deve vivere attaccato ad un respiratore e, quindi, per lui la fisioterapia è essenziale. Stiamo parlando di una famiglia che vive in Valle Caudina, in particolare ad Arpaia.Da dodici anni, il ragazzo vive attaccato al respiratore e gli viene praticata la fisioterapia dagli addetti del Centro Medico Erre di Sant’Agata dei Goti.

La madre,come lei stessa ci ha raccontato,  questa mattina, si è recata nella città saticulana per consegnare la documentazione per continuare ad ottenere queste cure. Anche di fronte questi casi, infatti, la nostra burocrazia è spietata.

Tutti sanno che si tratta di una malattia irreversibile, ma a scadenza temporale, i genitori ed i parenti del malato devono certificare che non è avvenuto alcun miracolo e che la malattia non è stata fermata.

Fatta la documentazione, la mamma, pagando, ha lasciato una persona accanto a suo figlio e si è recata a Sant’Agata dei Goti. Ma al centro non volevano accettare la richiesta.

Sono note, infatti, le vicissitudini che sta attraversando il CMR. A questo punto, la donna che combatte da sedici anni contro tutto e tutti, ha tirato fuori gli artigli.

Come per incanto sono spuntati i responsabili e la domanda è stata accettata.

Domande senza risposte

Ci sono una serie di domande che rivolgiamo innanzitutto all’Asl di Benevento e poi ai centri accreditati. A che santo devono appellarsi queste famiglie?  Chi si prenderà cura di questi ragazzi? E’ davvero possibile lasciare da soli questi pazienti’