60enne trovato impiccato in un casolare
60enne trovato impiccato in un casolare. Si registra l’ennesimo suicidio. Questa volta, la tragedia ha avuto luogo nelle campagne di Alife. Nella serata di ieri è stato rinvenuto il corpo senza vita di un 60enne agente assicurativo, residente a Gioia Sannitica. A fare la drammatica scoperta è stata la figlia.
Telefono muto
L’uomo non rispondeva al telefono. Preoccupati, i familiari hanno deciso di iniziare le ricerche. Ricerche che hanno avuto un tragico epilogo. L’uomo aveva deciso di recarsi in un casolare in campagna di sua proprietà. E proprio in quel casolare, ha messo fine alla sua vita.
A quanto pare, la figlia ha trovato il padre impiccato. Ha dato subito l’allarme, ma purtroppo non c’era più niente da fare. tato trovato impiccato in un casolare di campagna di sua proprietà ad Alife. L’uomo, separato dalla moglie da qualche tempo, lascia due figli e un grande vuoto nella comunità matesina.
Sul posto sono giunti anche i carabinieri della Compagnia matesina che – dopo aver appurato la causa del decesso – hanno ottenuto dall’autorità la liberazione della salma che è stata restituita ai familiari per il rito funebre che sarà celebrato domani mattina presso il Santuario di San Liberato nella frazione Calvisi di Gioia Sannitica.
Anziano ucciso di botte
Benedetto Montaquila, e’ stato arrestato dagli agenti del commissariato con l’accusa di avere ucciso un pensionato di 76 anni.
Aggressione per futili motivi
Si tratta di Alessandro Gallinaro, morto all’ospedale di Latina dopo una aggressione subita domenica scorsa per futili motivi. L’anziano e’ stato picchiato dall’uomo mentre attendeva la moglie all’uscita dalla messa nella chiesa di Santo Stefano.
E’ stato lo stesso aggressore, dopo avere pestato l’uomo, a chiamare le forze dell’ordine sostenendo di essere intervenuto perché l’anziano si era denudato davanti ad alcune ragazze. Versione, questa, subito smentita dalla polizia che ha arrestato il 47enne che si trovava ai domiciliari da due giorni. Con la morte della vittima, l’aggressore e’ ora accusato di omicidio preterintenzionale.
Clamorosa evasione fiscale
Intanto, si registra una clamorosa evasione fiscale. Imprenditore furbetto dichiara un euro al Fisco: aveva guadagnato 6 milioni. Secondo l’attestazione che era arrivata all’Agenzia delle Entrate, la sua azienda aveva guadagnato soltanto un euro. Un po’ pochino, in verità.
Quando in realtà, i guadagni veri si erano aggirati intorno ai sei milioni di euro. Per questo motivo, un noto imprenditore di Capaccio-Paestum, nella provincia di Salerno, è indagato per evasione fiscale.
Gli uomini della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno, proprio perché indagato per evasione fiscale, hanno operato anche un sequestro preventivo di beni per oltre un milione di euro nei confronti dell’uomo.
Imprenditore furbetto
La scoperta della frode al Fisco è avvenuta dopo un controllo all’azienda dell’imprenditore, una società operante nel commercio di prodotti ittici con sede, appunto, a Capaccio-Paestum, a cavallo tra la Piana del Sele e il Cilento.
I militari delle Fiamme Gialle della Prima Compagnia di Salerno hanno scoperto, grazie all’incrocio tra le banche dati in uso, una forte discrepanza tra i ricavi dichiarati al Fisco dall’imprenditore e i guadagni che erano stati effettivamente conseguiti.
L’uomo, infatti, a fronte di ricavi di milioni di euro, aveva dichiarato all’Agenzia delle Entrare di aver guadagnato un solo misero euro, il minimo per non incorrere nel più grave reato di omessa dichiarazione.
A Napoli indagato Giuffredi
A Napoli, invece, i finanzieri del Comando Provinciale del capoluogo campano hanno operato un sequestro preventivo di beni per 1 milione e 600mila euro alla Marat Football Manager, nell’ambito di una inchiesta per dichiarazione fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
L’inchiesta vede finite nel mirino della Guardia di Finanza sei persone. La società oggetto dell’inchiesta appartiene a Mario Giuffredi, procuratore e agente di calciatori che militano anche in Serie A.
Non versa ritenute a dipendenti, sequestro da oltre 1 milione
Non ha versato le ritenute ai propri dipendenti, un condotta illecita che oltre al risparmio di imposta ha consentito ad una società di Sant’Antonio Abate (Napoli), operante nel settore della raccolta di rifiuti, di collocarsi sul mercato in una posizione di rilievo.
Provocando, così, effetti distorsivi sulla diretta concorrenza. Per tutto questo, è eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni del valore di un milione e duecentomila euro.
A carico della società e del suo rappresentante legale sono sequestrati 368.692 euro di somme liquide giacenti su diversi conti correnti; e tre immobili (di cui due box ed un appartamento) per il valore stimato di oltre 150mila euro.
Il provvedimento è scattato dopo accertamenti di natura economica-finanziaria svolti dalla compagnia della Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia; su delega della Procura di Torre Annunziata.