90enne uccide la figlia malata e poi si spara
90enne uccide la figlia malata e poi si spara. Padre e figlia uniti in un lunedì tragico per la frazione di Miuli e per l’intera comunità di Marigliano.
90enne uccide la figlia
Un uomo d 90 anni stando alle prime testimonianze raccolte sul posto ha ammazzato la figlia e poi, preso dal pentimento per il gesto commesso, si è sparato per togliersi la vita. Quando sono giunti i soccorritori nell’abitazione di Miuli per la donna non c’era già nulla da fare mentre l’anziano genitore è in fin di vita all’ospedale del Mare.
La zona di via Vittorio Veneto è blindata per la presenza delle forze dell’ordine e in particolare per le operazioni della polizia scientifica che sta perlustrando da cima a fondo la scena del crimine. Trovata la pistola utilizzata per fare fuoco: la figlia 56enne aveva una malattia degenerativa.
35enne trovato morto a Sferracavallo di Montoro
Questa mattina, su segnalazione al 112, i Carabinieri della Stazione di Montoro sono intervenuti in quella Via Sferracavallo, dove, riverso a terra, è stato rinvenuto cadavere un 35enne del luogo.
Salma al Moscati
Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria la salma è stata traslata all’ospedale “Moscati” di Avellino. Accertamenti in corso. Dopo la prima ispezione, si dovrebbe rendere necessario effettuare l’autopsia.
Diritto alla salute a rischio nel carcere di Benevento
Nei giorni scorsi, la Direzione della Casa circondariale di Benevento ha inoltrato una lunga missiva al Garante regionale dei detenuti, nella quale segnala la carenza di personale medico all’interno dell’Istituto di pena.
Interpellati Volpe e Morgante
Il Garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale, Samuele Ciambriello, ha subito scritto una nota al dirigente dell’Asl di Benevento, il dott. Gennaro Volpe, al dirigente dell’Azienda ospedaliera ‘San Pio’, la dott.ssa Maria Morgante e al Direttore sanitario del carcere, Gennaro Leone.
Così il Garante campano: «I fatti di cui sono stato messo a conoscenza dalla Direzione del carcere sono, a mio avviso, gravissimi.
Ritengo che tale questione debba essere affrontata con tempestività. Non è accettabile che nella struttura penitenziaria non ci siano medici e che il diritto alla salute e alla cura è così messo a rischio.
Nella lettera, dove ribadisco che il diritto alla salute non può essere compresso per ragioni organizzative, propongo l’istituzione di un tavolo di confronto per discutere di tale questione e, ancora, della possibilità di riservare dei posti di degenza nell’ospedale di Benevento ai detenuti, anche perché è la sola provincia in cui non esiste un reparto ospedaliero per chi è privato della libertà personale».