Abolire il reddito di cittadinanza, Renzi lancia il referendum
Abolire il reddito di cittadinanza, Renzi lancia il referendum. Il leader di Italia viva Matteo Renzi ha annunciato un referendum abrogativo per cancellare il reddito di cittadinanza, misura bandiera del Movimento Cinque Stelle e del governo Conte.
“Il Governo Conte-Di Maio-Salvini ha prodotto il Reddito di Cittadinanza. Hanno fatto tutta un’operazione che è quella di dire ‘diamo il Reddito di Cittadinanza come modello culturale.
Ora facciamo passare tutta la discussione sulla giustizia, ma nel 2022 noi partiremo, dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, con una raccolta di firme in tutta Italia per un referendum abrogativo sul Reddito di Cittadinanza.
Uno strumento che abitua la nuova generazione a vivere di sussidi”. Il senatore ed ex premier è intervenuto in streaming al convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria a Genova.
Il referendum
“La battaglia sul referendum sul Reddito di Cittadinanza la faremo nel 2022”, ha aggiunto. Ora “non presentiamo la proposta in Consiglio dei Ministri, che darebbe noia fastidio e creerebbe disturbi e contrapposizioni”.
“Apprendiamo con piacere che anche Matteo Renzi, seppur con colpevole ritardo, proponga oggi di cancellare con un referendum il Reddito di cittadinanza, così come chiede da anni Fratelli d’Italia.
Mi domando, però, se sia lo stesso Renzi che è in maggioranza con i Cinquestelle per sostenere il governo che ha nuovamente stanziato soldi per questa assurda misura”, commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.
Le critiche
Critico il senatore di Leu Francesco Laforgia: “Matteo Renzi lancia l’idea di un referendum per abrogare il Reddito di Cittadinanza. Lo fa a un convegno di Confindustria. Dice di voler educare i giovani al sudore e non ai sussidi.
Con una disoccupazione giovanile superiore al 30%. Una povertà dilagante. Con una dispersione scolastica in costante aumento. Con una mobilità sociale praticamente inesistente.
Per anni, i giovani di questo Paese, quelli a cui le proprie famiglie hanno potuto dare delle prospettive, ma soprattutto coloro che provengono da contesti di povertà maggiore, hanno avuto due possibilità.
Accontentarsi di salari da fame o emigrare all’estero. Questa è la realtà del Paese. Per cui vorrei fare a Renzi una sola domanda: quanto disprezzo si può provare per i giovani in difficoltà.