Airola: l’analisi del voto e i motivi delle sconfitte e della vittoria

Redazione
Airola: l’analisi del voto e i motivi delle sconfitte e della vittoria
Airola: l'analisi del voto e i motivi delle sconfitte e della vittoria

Airola: l’analisi del voto e i motivi delle sconfitte e della vittoria.  Vi proponiamo un’analisi dettagliata del voto alle elezioni comunali di Airola da parte del professore Mario Tirino che si sofferma sui risultati e sulle sfide per il governo della città. Una vera e propria ricerca sui trend elettorali che pubblichiamo in più puntate. Il viaggio di Tirino inizia sull’analisi della sconfitta di Airola protagonista

Risultato cristallino

Il risultato elettorale delle ultime elezioni amministrative airolane sembra assolutamente cristallino. La lista “Per Airola 2026”, capeggiata dall’assessore uscente, Vincenzo “Cenzino” Falzarano, ha staccato nettamente i competitori, sopravanzando la seconda lista, “Airola Protagonista”, guidata dal vecchio sindaco Biagio Supino, di quasi 1200 voti.

Congratulazioni, dunque, al neosindaco di Airola e alla sua squadra, che hanno saputo conquistare il consenso di oltre la metà dei votanti (52,87 per cento), sulla base di una proposta politica in diretta continuità con i dieci anni di amministrazione Napoletano.

È evidente che un esito di queste proporzioni fosse poco pronosticabile alla vigilia della campagna elettorale. Qualche tentativo di lettura politica del voto proviamo, allora, a formularlo, insieme agli scenari futuri che attendono vincitori e vinti.

Una brutta campagna elettorale

Quella appena terminata è stata una campagna elettorale pesantemente condizionata dalla scelta della lista “Airola Protagonista” di attaccare frontalmente – e spesso personalmente – il sindaco uscente, Michele Napoletano, e il candidato sindaco, Cenzino Falzarano.

Abbiamo ascoltato parole francamente offensive perché votate al dileggio e alla derisione della persona, per non parlare dell’arroganza di chi pretendeva – non si capisce bene in nome di quale diritto – di sostituirsi al popolo sovrano nello stabilire chi potesse e chi non potesse ambire alla carica di sindaco.

Il voto inutile

Altrettanto inaccettabile è stata la tirata contro il voto alla lista “Dovere Civico”, improvvidamente definito “inutile”, “senza significato”, mentre i suoi candidati con molta sufficienza erano bollati come “brave persone” destinate a cadere “nel dimenticatoio”.

Parole assolutamente deprecabili, segnate dalla totale mancanza di rispetto verso avversari che stavano competendo in maniera leale. Parole, inoltre, che denotavano una palese contraddizione. Evidentemente se Supino ha cercato di mettere le mani su quelli che lui stesso aveva conteggiato come poche centinaia di voti in orbita “Dovere Civico”, è perché la sua sicurezza di vittoria – sbandierata ai quattro venti e anche qui con toni trionfalistici abbastanza fuori luogo (prova ne sia l’invito a festeggiare, il pomeriggio del 5 ottobre, in Piazza Caduti di Nassiriya…) –  non era così incrollabile come veniva propagandata.

L’arroganza delle posizioni del capolista

Come è stato da più parti ribadito, l’arroganza di certe posizioni del capolista è stata duramente punita alle urne. Per Supino si tratta dunque di una sconfitta figlia di tre errori di comunicazione macroscopici.

In primo luogo, appunto, la contrapposizione frontale contro Napoletano ha offuscato la possibilità di illustrare meglio e più dettagliatamente il proprio programma.

Gli appuntamenti elettorali, quasi in copia, hanno seguito lo stesso copione di accuse e controaccuse, senza che ai cittadini fosse data la possibilità di misurare le idee, le proposte e le soluzioni prospettate dalla lista.

L’asfissiante rituale della critica

In secondo luogo, la presenza di molte personalità politiche legate alla maggioranza uscente ha di fatto reso all’istante poco credibile l’asfissiante rituale della critica al primo cittadino.

Esemplare, per esempio, è stata la denuncia delle strade sporche dallo stesso palco in cui erano presenti l’ex vicesindaco Carmine Influenza, l’ex assessore Giulia Abbate e il responsabile del servizio Ecologia, Vincenzo Schettini.

Airola: l’analisi del voto e i motivi delle sconfitte e della vittoria

In terzo luogo, la scelta di candidarsi a sindaco per chi aveva già ricoperto l’incarico per dieci anni (dal 2001 al 2011), lasciando peraltro Airola in una condizione quantomeno di disagio (strade dissestate, questione industriale aperta, ecc.), mal si conciliava con la pretesa più volte esplicitata dai palchi di presentarsi come “il nuovo”.

Il compito di vigilanza e controllo

In ogni caso Supino, Influenza e Abbate, nel rispetto del mandato ricevuto da oltre il 30 per cento degli airolani, hanno ora l’importante compito di vigilanza e controllo sull’operato della maggioranza.

È fondamentale che tale lavoro sia svolto con la massima attenzione, non solo per assicurare i giusti meccanismi di equilibrio tra forze che rivestono ruoli diversi, ma anche per costruire sul campo e nelle istituzioni uno schieramento politico più inclusivo e alternativo al blocco politico di Napoletano.

Mario Tirino ( continua )