Cervinara, 16 dicembre 1999: l’alluvione, i volontari, la bambina

16 Dicembre 2016

Cervinara, 16 dicembre 1999: l’alluvione, i volontari, la bambina

La notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1999 una terribile alluvione colpì Cervinara seminando morte e distruzione. Ripubblichiamo un ricordo di quelle ore buie per la comunità caudina.

Io quella notte c’ero. E non ero solo. E non ero il solo.
Come capitava spesso facevo il turno come volontario per il 118 della Misericordia. Mio compagno quella notte era Walter Nuzzo.
Io quella notte c’ero. L’orologio segnava circa le due quando Walter mi chiamò: “Angelo, scendi. Dobbiamo prendete l’ambulanza e correre a Ioffredo. Sta succedendo qualcosa di grave”.
Erano le due di notte del 16 dicembre 1999 e pioveva tantissimo già da diversi giorni.
Saremo in molti a non dimenticare più quella notte.
Saliti sull’ambulanza, avvertimmo il Governatore Luigi Cioffi il quale, in verità, era già operativo con la squadra di protezione civile.
Ci trovammo all’ingresso di Ioffredo.
I vigili del Fuoco lavoravano già da qualche minuto.
Non dimenticherò mai la scena: erano in cinque, calati in un fiume d’acqua che scendeva verso Valle (per intenderci per la strada dove c’è il grande Albergo oramai abbandonato).
Avevano fatto una catena umana per consentire alle persone di passare.
Pioveva tanto e Ioffredo si era trasformata letteralmente in un letto di fiume.
Restammo a bocca aperta, quasi scioccati nel vedere cosa la montagna e la pioggia avevano avuto la forza di fare.
Mano a mano si raccolsero tantissimi volontari, gente comune accorse per capire cosa stesse accadendo.
Cominciammo allora a prendere le persone e a metterle in salvo.
Arrivarono gli altri volontari della Misericordia: con il furgone, la Jeep, le proprie auto. Poi fu la volta delle Forze dell’Ordine. Dopo qualche ora la Marina Militare mandò un proprio elicottero per coordinare gli interventi con una visione dall’alto. Le emozioni furono tante. Ciò che né io, né Walter dimenticheremo mai, però è un episodio specifico. Ad un certo punto, i vigili del Fuoco portarono al di qua del fiume una bambina. Tre anni. Piccolina, avvolta nelle coperte, impaurita Walter la prese in braccio. Pioveva. Tolse la sua giacca e l’avvolse per proteggerla ancora di più. Corremmo all’ambulanza. Sapevamo cosa fare: portarla immediatamente al campo di fortuna allestito nell’aula consiliare del Comune, la vecchia aula in piazza Trescine. Li c’erano i sanitari per prestare i primi soccorsi. La teneva strettissima a sé, il mio amico: la difendeva con il suo corpo. Salimmo sull’ambulanza, io guidavo. Andammo verso Ferrari. Ma sul ponte non si passava: acqua troppo alta. Seguimmo allora i volontari della protezione civile che ci indicarono una via che accanto al palazzo Marchesale ci avrebbe consentito di scendere a valle. Furono pochi minuti, ma la mente me li riporta a galla come un lunghissimo lasso di tempo. Arrivammo sani e salvi al Comune. La bimba stava bene.
Ecco. Di quella notte mi restano gli occhi di una piccolina impaurita dalla furia della natura, lo sguardo di un amico che protegge un piccolo esserino e il grande cuore di tantissimi volontari che dalle due del mattino e fino a qualche settimana dopo vennero a Cervinara per ricordarci che non eravamo soli. (foto dal web)

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Angelo Vaccariello
@angelismi

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