Cervinara: è racket? ritrovata una latta di benzina

Redazione
Cervinara: è racket? ritrovata una latta di benzina

Il ritrovamento della latta di benzina toglie ogni dubbio sulla dolosità degli atti. E, le fiamme che hanno distrutto il negozio di casalinghi a via San Marciano, cancellano ogni speranza che si possa trattare di episodi isolati. Dall’inizio dell’anno, senza contare i furti a Cervinara hanno dato alle fiamme tre auto, di cui una di proprietà dell’avvocato Nicola Valente. Hanno posizionato una bomba carta davanti all’abitazione del sindaco Filuccio Tangredi ed ora arriva questo ennesimo, sinistro episodio.
Il negozio è di proprietà di persone di Santa Maria a Vico che, però, da anni lavorano nel centro caudino. I proprietari hanno dichiarato alla polizia di non aver ricevuto richieste estorsive, ma la vicenda è di una gravità assoluta.
Erano anni che, nel centro caudino, non si registravano episodi del genere, anni in cui abbiamo sperato di poter aver ritrovato una tranquillità che clan autoctoni ci avevano tolto.
In meno di due mesi, invece, viene rimesso tutto, maledettamente, in discussione. Gli episodi che vi abbiamo elencato possono anche non essere legati, ma la loro gravità, lo ripetiamo da mesi, sta creando una vera e propria cappa su Cervinara. Una cappa che non può essere tollerata. Aspettiamo che le forze dell’ordine mettano in campo indagini certosine, come si facevano una volta, raccogliendo informazioni, facendo correlazioni di cose e di fatti. Ricordiamo che l’incendio è avvenuto a poco più di cento metri dal palazzo comunale. Al di là di tutto, quindi, sembra un vero e proprio attacco al cuore del paese. Mai come ora, mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi non serve, è inutile. L’esercizio di voler continuare a minimizzare ogni singolo episodio, rubricarli come vicende quasi naturali, diventa ogni giorno più pericoloso. C’è chi crede che di notte può fare quel che vuole, può svaligiare le abitazioni, mettere bombe ed incendiare negozi.
Davvero è questa Cervinara? Dobbiamo rassegnarci ad una recrudescenza continua di fatti criminali senza che nessuno venga individuato? Oggi è toccato ad un piccolo negozio di casalinghi, in pochi minuti è stato distrutto tutto il lavoro di queste persone. Ma, domani a chi toccherà? Urge un più attento e minuzioso controllo del territorio, le auto delle forze dell’ordine continuano a non essere viste e se non le vedono i cittadini onesti, figuriamo i malfattori.
Sono necessarie indagini accurate e puntali e serve un sussulto della classe politica e della società civile. Ogni centimetro che si lascia a queste persone diventa un colpo al cuore all’idea di paese che avevamo. Non possiamo arrenderci, oggi più che mai siamo tutti in trincea.