Cervinara: la malanotte di Joffredo 24 anni dopo
Cervinara: la malanotte di Joffredo 24 anni dopo. La malanotte arrivò di soppiatto, come una coltellata, piantata nella schiena.La pioggia, caduta copiosa nei giorni precedenti , non poteva far presagire nulla perché non c’erano gli strumenti adatti per capire che stava avvenendo qualcosa di inconsueto.
Assassino vigliacco
E così, come un assassino vigliacco, una frana si abbattè su Ioffredo di Cervinara a notte fonda. La gente dormiva solo in pochi vegliavano perché il rumore del torrente Castello diventava con il passare delle ore sempre più minaccioso.
Morti nel sonno
Morirono nel sonno, si spera, gli anziani coniugi Mascia, Luigina Befi e Michelangelo. Videro invece l’orrore Giuseppe e Luigi Affinita, padre e figlio, che dopo aver portato in salvo la famiglia a valle, tornarono su per mettere al sicuro qualche masserizia, perdendo la cosa più importante, la vita.
L’orrore lo vide anche Liliana Marro, che fu trascinata via dal fiume di fango. La malanotte di Cervinara fece contare cinque morti, ma potevano essere molti di più, se i Vigili del fuoco non avessero dato l’allarme, buttando tutti giù dal letto.
Un allarme che arrivò, solo qualche minuto prima che la montagna franasse e trascinasse a valle una storia centenaria e cinque vite umane. Era la notte tra il 15 ed il 16 dicembre del 1999. Il secolo ed il millennio terminarono, scrivendo una delle pagine più drammatiche della storia di Cervinara.
L’angoscia di quei momenti non potrà essere mai dimenticata. Oggi, quando cade il 24esimo anniversario di quella tragedia, dove c’erano le macerie delle abitazioni distrutte, il fango , finalmente, sorge una piazza degna di quel nome con un lupo che fa da guardia . In piedi, però, sono rimaste solo la chiesa di San Nicola di Bari ed il panificio dei fratelli Moscatiello, tutto il resto è silenzio.
Silenzio spettrale
E, quando scende la notte, quando la chiesa chiude e scende il silenzio, non si può non pensare a come la furia della natura abbia picchiato duro da quelle parti. Cervinara ha pagato il suo tributo al dissesto idrogeologico.
Il silenzio spettrale denuncia una cosa sola che La ferita resta . Ioffredo ha bisogno di ritrovare un’anima, come ne ha bisogno Cervinara. Non basta pensare solo a ricostruire, altrimenti, si compie lo stesso grande errore fatto dopo il sisma del 1980.
Il paese ha bisogno di ritrovarsi, di riscoprire le frazioni, di cercare una vocazione ed anche una socialità diversa, da quella attuale. Solo così passerà per sempre la malanotte.
Quando Cervinara si destò 24 anni fa, scoprì di avere un’anima solidale. Tantissima gente si diede da fare per aiutare chi aveva perso tutto e chi era stato sfollato e non sapeva se e quando sarebbe tornato a casa. Quasi un quarto di secolo dopo, il paese è tornato preda dei suoi egoismi.
Il senso di fratellanza
24 anni non sono serviti per diventare migliori. L’imperativo deve essere quello di non dimenticare. Non dimenticare le cinque vittime, non dimenticare cosa era Joffredo sino al 15 dicembre del 1999 e on dimenticare che, anche se solo per qualche giorno, quel giorno ci sentimmo tutti fratelli.
La messa per ricordare delle cinque vittime sarà celebrata lunedì 18 dicembre alle ore 18,00. Al termine della santa messa, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Caterina Lengua, apporrà una corona al monumento che ricorda questa cinque persone