Cervinara: più facile difendere il vice sindaco che la baby sitter in nero

Redazione
Cervinara: più facile difendere il vice sindaco che la baby sitter in nero
Omicidio Zeppetelli, il Sindaco Lengua a colloquio con il Procuratore Airoma. Di buon'ora si è recata in Procura ad Avellino. Non  aveva appuntamento, ma il Procuratore Capo Domenico

Cervinara. L’ Italiano diventa sempre più difficile da comprendere. Per quanto noi in redazione ci sforziamo di farci capire, a volte, ci sembra di sbattere contro un muro di gomma.

Nella quasi quarantennale storia di questo giornale ce ne sono state dette di tutti colori. Ci hanno etichettato, a seconda del tono degli articoli, come fascisti, comunisti, clericali, anti clericali, filo sovietici o filo americani. Ci manca, al momento, ma non è detto che non arrivi, solo l’accusa di essere filo terroristi.

In realtà, sino a poche ore fa, mancava l’accusa di essere contro le donne, ma è arrivata, grazie ad un articolo che contro le donne non aveva nulla.

Citiamo testualmente:  “capelli freschi di parrucchiere, vestito lindo e fascia tricolore da sindaco o blu da presidente della provincia“. Questa la frase incriminata che, se anche venisse estrapolata dal contesto, non ha nulla di sessista, potrebbe essere lo stesso per un uomo.

In realtà, tutti coloro che stanno intervenendo per difendere l’avvocato Caterina Lengua dai pericolosi molestatori seriali de Il Caudino, si sono fermati lì  non hanno voluto leggere oltre.

Il pezzo, come diciamo noi, voleva essere una critica, con dati di fatto alla mano, a chi, pur rivestendo ruoli extra comunali non si cura di salvaguardare il proprio territorio.

Non solo, voleva evidenziare che pur di indossare una di quelle fasce, anche questo è un dato incontestabile, la povera vittima dei molestatori de Il Caudino, non ha esitato a schierarsi con tutto l’arco costituzionale.

Ci dobbiamo scusare con i nostri lettori, non quelli che ci accusano senza leggere o leggendo senza capire, ma quelli che conoscono l’onestà intellettuale di questo giornale, che resta il più seguito delle province di Avellino e Benevento, anche questo è un dato inconfutabile. Ci dobbiamo scusare con loro, in quanto, non abbiamo ricorcdato che  nel 2014 la vittima dei molestatori de Il Caudino, per essere eletta in consiglio provinciale, pur di avere i voti di una parte della minoranza, che era di centro destra, ed era stata eletta con il sindaco Filuccio Tangredi, per poi passare all’opposizione, si impegnò ad appoggiare la candidatura a sindaco dell’ingegnere Giuseppe Ragucci, uomo di centro destra.

Ricordiamo a questi nostri lettori che si votò per il consiglio provinciale di Avellino giovedì nove ottobre 2014. Per il rinnovo del consiglio comunale di Cervinara  si votò, invece,  il 31 maggio 2015. Ebbene, dopo solo pochi mesi, sapete con quale lista era candidata la vittima dei molestatori de Il Caudino, con la lista capeggiata dall’attuale sindaco  Filuccio Tangredi, di cui la vittima è vice sindaco. Dell’appoggio a Ragucci non si hanno tracce. Del resto, la vittima dei molestatori de Il Caudino è esponente di spicco del Pd, di cui è stata anche segretario provinciale.

Fatte le scuse, riportando ancora una volta fatti inconfutabili, ricordiamo ai difensori di ufficio, alle anime belle di Cervinara, che il pezzo sessista denunciava il sistematico scippo di risorse dal nostro territorio da parte della provincia di Avellino. Se a voi va bene così, a noi no. Continuate a guardare il dito, non accorgendosi di quanto è grande la luna.

Ultima annotazione per le gentili signore, augurandoci che gentile signore non sia epiteto sessista,  che ci stanno accusando di tutto per difendere la vittima delle nostre molestie.

A loro vorremmo chiedere  se avere la donna ad ore e non pagarle i contributi, avere la baby sitter in nero, siano molestie o meno? Sono graditi i vostri commenti, grazie.

Forse qualcuna delle nostre accusatrici dovrebbe, semplicemente, vergognarsi e sarebbe ora che la smettesse di sfruttare delle poveracce per meno di sei euro l’ora. Continuate pure a commentare e a criticarci, ci mancherebbe altro, ma sfruttate di meno, solo un poco in meno.