Cervinara, sindaco non riapra le scuole, l’appello di alcuni genitori

Redazione
Cervinara, sindaco non riapra le scuole, l’appello di alcuni genitori
La Provincia di Avellino contro il dimensionamento scolastico

Cervinara, sindaco non riapra le scuole, l’appello di alcuni genitori. Alcuni genitori hanno scritto al sindaco di Cervinara Caterina Lengua per chiedere di non riaprire le scuole lunedì 30 novembre. In questo doccumento viene espressa tutta la preoccupazione di questi genitori.

Gentilissimo Sindaco, in virtù dell’ordinanza regionale n. 90 del 15 novembre scorso, che prevede la riapertura delle scuole a far data dal 30 per le classi della primaria diverse dalle prime e per le classi della scuola secondaria di primo grado, e vista l’ordinanza n. 78 da lei effettuata in cui rimanda il differimento dell’attività didattica in presenza dei servizi educativi della scuola dell’infanzia e delle prime classi della scuola primaria alla data del 30 novembre 2020 e in contemporanea  la ripresa delle attività didattiche in presenza delle classi della scuola primaria diverse dalle prime, nonché quelle delle prime classi della scuola secondaria di primo grado a far data dal 30 novembre 2020, vorremmo esprimerle, in qualità di genitori, la nostra apprensione alla riapertura dei servizi scolastici considerato il delicato momento di emergenza sanitaria ed epidemiologica che stiamo vivendo, non solo in regione ma soprattutto nel nostro piccolo comune.

Fondatezza

Consapevoli della fondatezza dell’Istituto scolastico, del lavoro effettuato dal Dirigente scolastico, dei docenti e del personale scolastico tutto per cercare, per quanto possibile, di mettere il sistema in sicurezza, non possiamo non tener presente che, come tale, la scuola in quanto elemento di aggregazione forte, rappresenta un notevole flusso di contatto tra soggetti di gruppi familiari diversi.

Questo discorso vale sia per gli alunni che per i docenti. Sinceramente non ci sentiamo rassicurati dalle notizie che ci arrivano a livello governativo, del tutto incuranti dell’aumento esponenziale dei casi di contagio tra gli studenti di ogni età.

Sono del 18 novembre i dati pubblicati  dall’Istituto Superiore di Sanità che riportano testualmente “ nella fascia di età fino a 19 anni, i contagiati al 25 agosto erano 9.544, sono balzati a 102.419 al 7 novembre e a 149.219 al 18 novembre”.

Non solo, cosa sinceramente preoccupante per un genitore che ha piena responsabilità sul proprio figlio, il dato più significativo è proprio quello fino al 7 novembre, perché tra tutte le fasce di età quella giovanile era la più alta in assoluto.

Scuole

Poi le scuole hanno cominciato a chiudere in molte regioni  e il dato dei 149mila del 18 novembre resta molto alto ma tutto sommato in media con le altre generazioni.

Assurde ci sembrano le indicazioni riportate dal governo centrale e dagli istituti ad esso collegati per permettere le lezioni in piena sicurezza. Riportiamo qui le indicazioni riportate da  un documento redatto dall’Inail in data 12 ottobre su come evitare i problemi di contagio agli studenti. Queste le indicazioni:1) schiena poggiata allo schienale e mai curva;

2) avambracci sempre appoggiati al banco, sui braccioli o sulle gambe;

3) piedi appoggiati completamente al pavimento e mai attorno alle gambe della sedia o in ginocchio;

4) le ginocchia non devono toccare la parte inferiori del banco;

5) spazio sufficiente per muovere agevolmente le gambe;

6) spazio libero tra la parte posteriore dietro le ginocchia e il bordo anteriore della sedia;

7) non poggiare il gomito sul banco col mento appoggiato sulla mano;

8) non dondolare con la sedia;

9) sedia non troppo lontana dal piano d’appoggio utilizzato.

Lavoro

Interessante sarà il lavoro dei docenti che devono controllarne la postura ed interessante sarà tenere le finestre aperte nel mese di Dicembre, come interessante è il pensiero di far indossare, respirando la propria anidride carbonica, ai propri figli la mascherina, continuamente per 4-5 ore, perché in un luogo chiuso con venti persone è impensabile riuscire a mantenere una situazione di sicurezza anche ponendo i banchi ad un metro di distanza.

Non di meno importanza è la situazione legata alla copertura antinfluenzale legata alla nostra provincia. Situazione assurda. Non è stato possibile, per chi lo volesse, vaccinare i propri figli e se stessi almeno per provare a coprire in parte la diffusione dell’influenza stagionale che sarà alle porte.

Nonni

Per non parlare dei nonni. Nel nostro paese sono fonte di sostegno per molte famiglie,  a cui i genitori lasciano i propri figli per poter andare a lavorare. Sono parte integrante e fondamentale della nostra comunità e non ci si può chiedere, come fa il governo centrale di limitare i contatti tra nonni e  nipoti portandoli dai nonni solo in caso di ESTREMA necessità.

Significherebbe portarli alla depressione, soprattutto nel periodo natalizio, noi che abbiamo delle radici così forti nella Religione Cattolica sinceramente non possiamo permettercelo.  Per non considerare che qui, nel nostro piccolo paese, ci sono famiglie che hanno nel proprio nucleo famigliare persone anziane conviventi. Non dimentichiamo MAI  che nel nostro piccolo paese abbiamo già pagato un caro prezzo perdendo ben 4 persone.

Un’altra riflessione va fatta sicuramente sull’utilizzo dei test antigenici (tamponi rapidi), e sul perché alcuni genitori, in piena libertà, abbiano deciso di non sottoporre a tali test i propri figli.

Tampone

Fare un tampone di quelli antigenici per coronavirus e trovarsi negativi non significa con certezza di esserlo. Attualmente è noto che possono esserci test che abbiano un margine di errore tale per cui riescono a marcare un caso su due (quindi che abbiano una sensibilità del 50%),  questo perché i test antigenici rilevano porzioni di proteine virali, che nelle prime fasi dell’infezioni sono a bassissima concentrazione e per questo non rilevabili dal test (dati elaborati e pubblicati dal CEINGE- Biotecnologie avanzate di Napoli).

Per cui è evidente che questi test permettono di fare una fotografia (quindi dare un’immagine ISTANTANEA e MOMENTANEA) della situazione epidemiologica, uno screening, ma il loro impiego clinico è da evitare, ossia se si ha a che fare con un asintomatico, la presenza di un antigenico negativo, non significa che non siamo in presenza di una persona contagiata.

Inoltre prima di sottoporre dei bambini a dei tamponi sarebbe stato opportuno informare bene i genitori sui rischi operativi intrinseci legati alle procedure rino e oro-faringeo (rottura del tampone, lesioni della mucosa nasale, orale e faringea, trauma psicologico), soprattutto se i bambini si mostrano oppositivi e non avvisare il giorno prima dello screening.h

Genitori

Ciò nonostante, alcuni genitori pur ritenendo preoccupante il ritorno in presenza, hanno comunque sottoposto i propri figli a tampone antigenico, consci di avere un risultato momentaneo ma immediato, che non è possibile avere con un tampone molecolare.

Pertanto, emotivamente scossi da una prossima riapertura delle scuole, che non risponde ai criteri di tutela del fondamentale diritto alla salute sancito all’art. 32 della Costituzione Italiana, chiediamo: di prolungare lo stop delle lezioni in presenza per non sottoporre ad un rischio di contagio bambini e famiglie per 15 giorni effettivi di lezione, e la possibilità di scelta tra la DAD e la didattica in presenza, per assicurare ai nostri figli la continuità didattica e formativa nel pieno rispetto del diritto di eguaglianza sancito all’art. 3 della nostra Costituzione.

Riteniamo che in questo difficile momento nessuno possa essere obbligato ad accettare la didattica in presenza esponendo se stesso e gli altri ad un forte rischio di contagio. Pertanto, reiteriamo la richiesta di scelta della modalità DAD, e le chiediamo di fornire alle istituzioni scolastiche indicazioni affinché sia garantito il collegamento on line in modalità sincrona a tutti gli alunni le cui famiglie ne facciano espressa richiesta”.

Cervinara, sindaco non riapra le scuole, l’appello di alcuni genitori

Conseguentemente vorrà chiedere ai dirigenti scolastici di considerare la non frequenza in presenza dei nostri figli come assenza giustificata.