Contagi,assembramenti, scuole e le regole inapplicate
Contagi,assembramenti, scuole e le regole inapplicate. Protocolli, regolamenti, direttive regionali e nazionali, si continuano a produrre mille accorgimenti per contrastare il covid. In prima linea restano medici ed infermieri, aziende ospedaliere e aziende sanitarie locali alle prese con la cura del virus, i tamponi ed ora anche i vaccini.
Sindaci e dirigenti scolastici
Subito dopo troviamo sindaci e dirigenti scolastici. Questi ultimi vengono chiamati in causa per evitare qualsiasi tipo di assembramento nei comuni e per evitare che il virus possa entrare nelle scuole.
Le seconde linee potrebbero essere più importanti delle prime. Ma. mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo. Iniziamo dai sindaci. Chi conosce anche in modo superficiale il funzionamento delle macchine comunali, sa benissimo che i comuni, soprattutto quelli piccoli da decenni devono fare i conti con la carenza del personale.
Nella maggior parte dei comuni i turn over non sono mai avvenuti e, a farne le maggiori spese, sono i comandi di polizia municipale. Basta dare un’occhiata agli organici dei comuni della Valle Caudina per farsene un’idea.
Ebbene, rispetto a tutto questo, gli invocati controlli, ad esempio, contro la movida chi li dovrebbe fare ? Risposta le forze dell’ordine. Ma se le forze dell’ordine non elevano contravvenzioni come si evitano gli assembramenti?
Controlli blandi
Altra domanda, come mai, rispetto alla prima ondata le forze dell’ordine non sono fiscali nei controlli? La domanda dovrebbe essere girata ai prefetti. Nel corso dei vari comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica fanno capire che i controlli devono essere fatti ma che non si possono assillare i cittadini.
Intendiamoci, i prefetti a loro volta agiscono su indicazioni del ministero degli interni e del governo. E allora il governo e le unità di crisi tuonano contro gli assembramenti, ma in buona sostanza non danno una seria stretta ai controlli.
Poi, però, il cerino resta in mano ai sindaci. Si chiede a loro di chiudere le strade, di contrastare la movida. E, sempre loro, in caso di focolai e contagi devono mettersi all’opera per effettuare i tracciamenti.
Non ne usciamo se non viene decisa una politica di intervento serio e soprattutto chiara che valga dappertutto, non siano consentite deroghe ed evitati i mille regolamenti.
Scuole ancora peggio
Con le scuole, se vogliano è ancora peggio. I dirigenti scolastici oramai devono avere le stesse competenze dei disaster manager. E tutte le scuole si sono adeguate. Ma, la misurazione della temperatura all’ingresso non dice se un ragazzo è positivo o meno.
Poi si scopre la positività, alunni o studenti vengono messi in qurantena e bisogna attivare la dad. A propostivo vogliamo parlare di fibra e della intelligente trovata delle lezioni a sincrono?
Ci permettiamo di chiedere a Mario Draghi di mettere in campo delle regole semplici sui controlli e sulla scuola. Forse, davvero in questo modo potremmo dare una scossa alla malattia pandemica.