Coronavirus: stop al pagamento degli affitti dei negozi, la richiesta di Federconsumatori

Redazione
Coronavirus: stop al pagamento degli affitti dei negozi, la richiesta di Federconsumatori
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Per la crisi epidemiologica causata dal Coronavirus è necessario dire stop al pagamento delle locazioni commerciali. Prevalgano buon senso e diritto”. Questo è il messaggio diffuso da Rosario Stornaiuolo, presidente di Federconsumatori Campania, attraverso un comunicato redatto insieme alla consulta giuridica dell’associazione ed all’avvocato Rossella Longobardi.

“L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19 sta riscrivendo tutti i principi giuridici del nostro ordinamento, come quelli in materia di affitto a uso abitativo e commerciale. Il governo ha emesso una serie di decreti volti a contenere la diffusione del virus nell’intera Nazione – si legge nel documento di Federconsumatori Campania.

Tra le prime misure c’è stata la chiusura delle attività commerciali, svolta nella maggior parte dei casi in immobili locati. Nell’attuale complesso normativo tuttavia non esiste una previsione espressa a tutela del conduttore di immobile ad uso diverso, il quale di fatto è costretto al pagamento del canone di locazione pur non mantenendo aperta la propria attività”

“Il Decreto Cura Italia (DL 18/2020 art 65) è intervenuto solo in minima parte prevedendo a favore dei conduttori un credito d’imposta pari al 60% del canone, di cui si deve dimostrare l’avvenuto pagamento, in caso di immobili con categoria catastale C1, negozi e botteghe, e per attività commerciali che di fatto sono dovute rimanere chiuse”

“Il credito d’imposta non riduce il canone di locazione ma può essere utilizzato solo in compensazione di natura fiscale in F24 – è scritto nel documento dell’associazione – Riteniamo che l’intervento statale sia stato insufficiente e non abbia tutelato in maniera adeguata la parte conduttrice.

In un momento storico così buio come quello che stiamo vivendo non è certo molto rassicurante per un commerciante o un artigiano sapere di dover pagare l’intero canone al proprietario nonostante la totale mancanza di incassi e di aver ricevuto come unico aiuto dallo stato un credito d’imposta per compensare tasse da pagare”

“A questo punto non rimane altro che attivare una trattativa amichevole e transattiva con il padrone delle mura. E’ indubbio che l’impossibilità di aprire i locali al pubblico ha comportato un sopravvenuto squilibrio tra le prestazioni originariamente pattuite che richiede un intervento negoziale che consenta di riportare equità.

All’uopo va evidenziato che alla rideterminazione del canone soccorrono molti principi normativi: articolo 1467 del codice civile prestazione eccessivamente onerosa, articolo 1375 codice civile buona fede nell’esecuzione del contratto, articolo 1374 del codice civile equità quale mezzo di integrazione dello stesso, articolo 1464  del codice civile che prevede che se la prestazione di una parte è divenuta solo parzialmente impossibile, l’altra ha diritto ad una corrispondente riduzione della prestazione da essa dovuta”.

“In forza di quanto esposto, appare più che lecito che il conduttore richieda la sospensione o la rinegoziazione del canone per riequilibrare equamente il contratto – conclude Federconsumatori Campania – Non è possibile, ovviamente, dare conto in questa sede di tutte le casistiche e delle soluzioni possibili, ma è sempre consigliabile rivolgersi ad un esperto che sia in grado di condurre le parti ad una soluzione conciliativa secondo i criteri di buona fede, trasparenza guidati dal buon senso prima ancora che dal diritto”.