Covid, allarme di De Luca: Alcuni positivi non fanno quarantena

Il Caudino
Covid, allarme di De Luca: Alcuni positivi non fanno quarantena
Le masscherine restato obbligatorie nelle strutture sanitarie campane

Covid, allarme di De Luca: Alcuni positivi non fanno quarantena. Nel corso del consueto appuntamento con la videodiretta del venerdì pomeriggio, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha fornito gli ultimi aggiornamenti sull’emergenza coronavirus, alla luce della diffusione delle nuove varianti Omicron.

Allarme

“Abbiamo un ritorno di contagio davvero preoccupante” esordisce De Luca. “Partiamo da un raffronto tra i dati di giugno 2021 e quelli di giugno 2022.

Il 30 giugno 2021 avevamo 120 positivi, il 30 giugno 2022 10.000 positivi. Avevamo, un anno fa, 218 ricoveri ordinari in ospedale, oggi ne abbiamo 453.

Terapie intensive

Un anno fa, 20 terapie intensive occupate, oggi 26. Un anno fa avevamo 7.800 positivi in isolamento domiciliare, oggi 110.000 cittadini. Il dato di oggi 1° luglio è di 10.700 positivi su 30.000 tamponi effettuati. Bisogna capire che il problema sta diventando serio: ho cercato di dire nelle scorse settimane che non bisognava abbassare la guardia, sono stato uno di quelli che hanno continuato in maniera ossessiva a far ricorso alla prudenza, all’uso della mascherina e quant’altro.

Positivi in giro

Ci siamo arrivati. Tenete conto che questo dato che vi ho letto è assolutamente sottodimensionato, perché abbiamo molte persone senza sintomi, ma positive, che circolano tranquillamente per le strade, nei quartieri, nei luoghi di lavoro. Quindi, il dato reale è molto più elevato rispetto a quello che registriamo ufficialmente. Dico questo perché noi, da fine estate, dovremmo fare i conti con un dato molto più ampio”.

Varianti

La ragione di questa nuova esplosione di contagi è data, come ribadito dal Governatore: “Dalla diffusione di due varianti molto aggressive e, oltre che da un sentimento di stanchezza generale che si è diffuso, ovviamente dopo due anni di pandemia, anche da un’idea molto diffusa negli ultimi tempi che tende a omologare il Covid a una sorta di influenza.

“Non illudiamoci”

Cominciamo con il dire che, sicuramente rispetto alla precedente versione del Covid, è molto meno aggressiva e pericolosa. Però, non illudiamoci che il Covid sia diventato una specie di influenza, perché non è così. Molti hanno maturato quest’orientamento.

Aspettiamo settembre per fare anche i richiami di vaccino, avremo nuovi vaccini più resistenti alle varianti Omicron 4, 5 e così via. Abbiamo valutazioni diverse anche da parte degli epidemiologici, ma non abbiamo nessuna certezza, a oggi, né sulla produzione di questi nuovi vaccini, né sulla loro effettiva efficacia sulle nuove varianti Omicron 4 e 5. È necessario, dunque, fare la quarta dose nelle RSA, per gli ultrasettanta o ultraottantenni”.

Rischio

Il rischio di avere dei picchi di contagi a fine luglio, ancor prima di settembre, è concreto. “Bisogna essere consapevoli di questo. Dobbiamo riprendere l’abitudine a indossare la mascherina, come continuo a ripetervi da mesi.

Abbiamo avuto, negli ultimi tempi, una serie di eventi musicali, spettacolari e teatrali che si sono svolti all’aperto, con migliaia di persone, la maggior parte dei quali senza mascherina. Ora, è vero che sono eventi che si svolgono all’aperto, ma è anche vero che le nuove varianti sono maledettamente aggressive. Anche se la ricaduta sanitaria è più leggera, quando i numeri sono dieci volte maggiori rispetto all’anno scorso, per ragioni statistiche rischiamo di avere ricoveri ospedalieri e ricoveri in terapia intensiva”.

Posti letto

Complessivamente, in Campania: “Abbiamo 770 posti letto riservati a pazienti Covid e 76 posti letto di terapia intensiva per malati Covid. Attualmente, le percentuali di occupazione sono del 60% per i ricoveri ospedalieri e del 40% per le terapie intensive.

Ma, in alcune realtà, come il Cardarelli di Napoli, il Ruggi d’Aragona di Salerno e gli Ospedali di Nola e Caserta, vi è già il 100% dell’occupazione dei posti letto Covid. I posti letto riservati a pazienti Covid, qui, sono in larga misura occupati.

Piano regionale

Questo vuol dire che dobbiamo ridefinire il piano regionale per la battaglia contro il Covid. Siamo, ancora oggi, la regione d’Italia che registra il numero inferiore di decessi Covid in rapporto alla popolazione. Dobbiamo continuare a essere la prima regione italiana nella battaglia contro il Covid, pur essendo penalizzati dal punto di vista del personale, avendo 10mila dipendenti in meno rispetto alla nostra popolazione.

In queste ore, abbiamo la riunione con tutti i Direttori Generali, in quanto dobbiamo definire, come negli altri anni, un piano A, B e C, sulla base di quella che sarà l’evoluzione del contagio. Dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza per dare serenità ai nostri concittadini. Non possiamo approvare le misure a settembre, dobbiamo essere pronti da oggi.

Tre piani

Piano A: vuol dire che se abbiamo già i posti letto occupati fra quelli dedicati al Covid, vuol dire che dobbiamo cominciare a chiudere i reparti ordinari, ovviamente in misura graduale, in relazione e in proporzione alla domanda di ospedalizzazione. Dobbiamo essere già pronti a misure straordinarie. Misure che servono per il 20%, poi per il 50%, infine per il 100%. Non possiamo avere pazienti per terra, se la situazione si aggrava. Piano A significa anche utilizzare una buona dose di farmaci antivirali e monoclonali, adoperati in misura insufficiente negli ultimi mesi, nonché un piano organizzato che coinvolga in maniera straordinaria i medici di base e le farmacie”.

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